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VITTIME E CARNEFICI

Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, quando si scoprirono i crimini orrendi commessi dai nazisti nei confronti degli ebrei e di altre minoranze etniche come gli zingari, il Mondo intero prometteva solennemente che non ci sarebbe stato più un olocausto di un popolo come era avvenuto nella “civile Europa”. Parole al vento perché oggi assistiamo in silenzio al massacro del popolo palestinese da parte di Israele. In effetti, prendendo a pretesto l’attacco terrorista del 7 ottobre 2023, Israele ha messo a ferro e fuoco la Palestina massacrando più di 40 mila civili. Più che un attacco ad Hamas, l’Ira di Israele ha colpito l’intero popolo palestinese. Una repressione ingiustificata, e ben pochi si sono spesi per fermare questo vero e proprio genocidio.

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La Corte Internazionale di Giustizia in data 26 gennaio 2024 ha accertato l’esistenza di sufficienti indizi a carico di Israele, accusato di genocidio. Il Procuratore capo del Tribunale Internazionale ha richiesto l’emissione di mandato di cattura per il premier Benjamin Netanyahu e del Ministro della Difesa Yoav Gallant sospettati di “aver ridotto deliberatamente i civili palestinesi alla fame” aggiungendo che “i crimini contro l’umanità fanno parte di un’offensiva sistematica contro gli abitanti della striscia di Gaza“. Oggi sono gli eredi del popolo ebreo decimato dai nazisti a indossare i panni dei carnefici massacrando, questa volta alla luce del sole, un popolo che da 50 anni chiede soltanto di poter costruire sul proprio territorio lo Stato di Palestina, ancora oggi sotto il dominio di Israele.

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Proprio in questi giorni, sono ripresi i negoziati per una tregua temporanea di ogni attività bellica ma Israele non ha inteso rinunziare ai suoi quotidiani attacchi nella Striscia di Gaza. Un raid ha colpito una scuola di Gaza City provocando 93 morti (11 erano bambini) e decine di feriti in quanto – denuncia la Difesa civile palestinese – la scuola accoglieva sfollati provenienti da altre zone della Striscia. Preoccupa sempre di più la situazione sanitaria nella Striscia di Gaza ove è ricomparsa la poliomielite, diagnosticata in un bambino di dieci mesi.

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Ancora: mentre a Doha proseguivano i negoziati, un attacco di coloni ebrei in Cisgiordania ha suscitato un’ampia condanna anche da parte dei leader israeliani. Secondo l’esercito israeliano decine di civili hanno fatto irruzione in una località vicino a Nablus incendiando edifici e veicoli e lanciando pietre e molotov. I soldati e le guardie di frontiera si sono limitati ad evacuare i civili israeliani e consegnato uno di loro alla polizia. Nel frattempo si aggrava il bilancio dell’offensiva militare israeliana – il numero dei morti è salito a 40.074, quello dei feriti a 92.537.

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Nonostante ciò, per gli USA e Israele è vicina una svolta, mentre per Hamas è ancora lontana. Joe Biden ha esortato tutte le parti a non “minare” i negoziati per un cessato il fuoco a Gaza. La bozza di accordo formulata dagli USA prevede una tregua iniziale di sei settimane accompagnata da un ritiro israeliano dalle aree densamente popolate della striscia di Gaza, e dal rilascio di ostaggi israeliani in cambio di prigionieri palestinesi. Ma Benjamin Netanyahu ha ripetutamente affermato che continuerà la guerra fino a quando Hamas, considerata un’organizzazione terroristica da Israele, Stati Uniti e Unione Europea, non sarà distrutta. E in realtà anche oggi 20 agosto non è mancato un ulteriore bagno di sangue di civili inermi.

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Con queste premesse sarà difficile che si raggiunga un accordo in quanto gli stessi negoziatori, in primo piano gli USA, hanno accettato – come voleva Israele – solo una tregua temporanea, assieme al rilascio degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas con la restituzione di palestinesi detenuti nelle carceri israeliane. Non si è parlato, e non è un caso, di quanto Hamas richiedeva: il ritiro dell’esercito israeliano dai territori palestinesi e la prospettiva di costruire lo Stato palestinese, così come concordato sia con gli USA e gli altri paesi alleati di Israele. Sarà probabilmente questo che farà fallire ogni ipotesi di accordo. Dietro le quinte, Israele e i suoi fiancheggiatori stanno brindando per questa ennesima farsa giocata ai danni della Palestina.

Agosto 2024

Avv. Eugenio Oropallo

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