UCRAINA C’E’ ANCORA SPAZIO PER UNA TRATTATIVA?
Se si tien conto di quelli che sono i toni di questo incontro, sembra proprio di no. Un primo passo dovrebbe essere quello di moderare il linguaggio usato da entrambe le parti. Ci sorprende che quelli sono i massimi rappresentanti di questa tragedia continuano ad usare un vocabolario da trivio. Ha cominciato il presidente USA, accusando Putin di essere un criminale di guerra e lo ha ripetuto in diverse occasioni per cui è intervenuto il presidente francese Macron a consigliargli di abbassare i toni di questo duello a distanza. Peggio ancora ha fatto il ministro degli Esteri Russo Lavrov che ha trasformato un’intervista ad un canale televisivo italiano in un vero e proprio comizio, utilizzando toni analoghi. Senza tener conto di quanto accade nei talk show di casa nostra ad ogni ora del giorno e della notte dove la sfida continua tra accesi sostenitori delle ragioni dell’Ucraina e decisi tifosi di Putin. Questa atmosfera non fa che allontanare ancora di più le parti. Se si riesce a calmare queste acque tempestose, se si vuole effettivamente arrivare ad una trattativa, ebbene – come hanno già dichiarato alcuni commentatori politici – bisogna essere disposti a cedere qualcosa in cambio di una rinunzia di parte avversa. Diversamente, se si insiste sulle proprie posizioni, si finisce per far fallire il lavoro dei mediatori. Ancora, se si guarda al presente, ebbene non c’è spazio per una trattativa perché bisogna tener conto anche del passato prossimo e lontano. In un’intervista rilasciata al quotidiano “Il Dubbio” Sergio Romano, ex ambasciatore italiano a Mosca all’epoca dell’Unione Sovietica, dichiara che “Putin vuole restituire prestigio alla Russia e non fermerà la guerra” aggiungendo che “stanno prevalendo le ambizioni personali di Putin nei confronti delle quali gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e l’UE intendono porre con tutti i mezzi un freno” mentre “gli Stati Uniti non possono guardare in silenzio quanto sta accadendo avendo avuto un ruolo direttivo nella politica internazionale che cercano di mantenere”. Concordiamo con questa riflessione in quanto l’intervento in questo contesto regionale degli USA deve servire soprattutto a confermare il suo ruolo storico, anche dopo che Biden dopo 20 anni di guerra in Afghanistan abbia lasciato il paese in preda ad una grave crisi economica e politica riportando al potere quella parte della società afghana contraria ad ogni forma di rinnovamento sia sociale che politico. Ma l’ex ambasciatore critica anche la presenza della NATO in questo conflitto ricordando che alla fine della guerra fredda anche la Nato doveva essere sciolta. “La Nato è andata oltre la sua funzione storica che ha avuto nel corso degli anni e che ha giustificato la sua esistenza ma oggi non sono più convinto che l’Alleanza Atlantica sia indispensabile”. In realtà, questa alleanza militare che doveva avere solo obiettivi di difesa dei paesi membri nel caso di un attacco da parte dell’Unione Sovietica, nel momento in cui è stata archiviata l’URSS non avrebbe avuto più motivo di esistere. Secondo gli accordi presi con il liquidatore dell’URSS, Gorbaciov, la Nato si impegnava, pur con le garanzie fornite da alcuni Stati Europei con la Francia e la Germania, a non espandersi nell’Est Europeo e soprattutto in quei territori che già facevano parte dell’URSS; al contrario in questi ultimi anni non ha fatto altro che aprire le porte a tutti i paesi già parte dell’URSS di fatto per completare l’isolamento della Russia rispetto al resto d’Europa su cui gli USA ancora ritengono di mantenere la propria tutela per difenderla dai suoi nemici. Circondati ormai da una nuova cortina di ferro, quando anche è stato violato il patto che prevedeva lo status di paese neutrale da parte dell’Ucraina, senza rispettare neppure gli accordi raggiunti a Minsk, Putin non ha trovato altro sistema per far ragionare l’Ucraina che quello di occupare il territorio conteso del Donbass. Un territorio, prevalentemente abitato da popolazioni russofone, che fino al 2014 era stato oggetto di attacchi da parte ucraina procedendo all’occupazione militare del territorio conteso da entrambe le parti. Se non si tien conto di quanto sia effettivamente successo nel recente passato, ebbene sicuramente fallirà ogni tentativo di riportare la pace in questi territori. Speriamo che prevalga il buon senso perché non si può continuare una guerra per una striscia di territorio di confine abitata da ucraini e russi né si può spargere il sangue dei popoli europei per rendere sempre più forte il suolo militare degli USA che hanno acceso un incendio per una vicenda che poteva essere risolta pacificamente tra le parti, se non si fosse deciso di abbattere il governo russo prendendo pretesto da questa sporca guerra.
Maggio 2022