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SEGNALI DI GUERRA

La scorsa settimana il Segretario Generale della NATO Stoltenberg ha proposto di regolare le attuali limitazioni consentendo all’esercito ucraino di usare le armi occidentali per colpire il territorio russo. Armi che serviranno all’Ucraina non solo per difendersi e difendere il proprio territorio dagli attacchi russi ma per colpire le postazioni da cui provengono gli attacchi. La proposta ha trovato la pronta adesione sia del rappresentante UE per la politica estera che del Presidente Macron, il quale ha convinto anche il Cancelliere tedesco. Altri paesi membri della NATO, come i paesi baltici, si sono detti d’accordo, mentre altri, come l’Italia, si sono opposti facendo presente i limiti costituzionali che impediscono di inviare truppe italiane in un paese estero, sempre che ciò non avvenga nell’ambito di impegni assunti all’interno di organismi internazionali come può essere l’ONU e sempre per riportare la pace e non la guerra.

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Di ritorno da un viaggio in Uzbekistan il Presidente russo Putin ha ammonito gli alleati di Kiev che l’uso di armi occidentali sul territorio della Federazione russa potrebbe avere gravi conseguenze. Al contrario, il Segretario della NATO sta facendo di tutto per rendere sempre più massiccia la presenza della NATO nel conflitto russo-ucraino. L’Ucraina ormai riceve tutti gli armamenti da paesi che sono membri della NATO, ma in particolare dagli USA e dalla Gran Bretagna che provvedono anche ad inviare istruttori militari.

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Tutto ciò porta a concludere che ormai anche solo un piccolo errore potrebbe allargare il conflitto odierno a tutta l’Europa. Non possiamo immaginare che l’Europa sia così stolta da affidare il proprio destino alle scelte di Biden o della Gran Bretagna. I paesi europei non hanno alcun interesse ad allargare il conflitto, contrariamente a quanto si pensa neppure possono temere un attacco da parte della Federazione Russa a meno che non venisse bombardato il territorio russo. Il Presidente russo ha anche ribadito più volte la disponibilità per trovare una soluzione, senza aspettare una nuova carneficina per sedersi al tavolo di una trattativa. Ancora, ha messo in dubbio la legittimità del Presidente ucraino che continua a restare al potere anche se è scaduto il suo mandato. Oggi è solo un fantoccio che resta in piedi grazie alla presenza della NATO, e con l’appoggio di Biden che lo sostiene fino a quando durerà la campagna elettorale negli USA.

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Ultimo atto

Dopo il via libera degli USA, i missili hanno colpito una stazione radar e un ponte nel territorio russo, mentre si attende l’arrivo dei caccia F16 pilotati da ucraini. Il Viceministro degli Esteri russo ha ancora una volta ammonito gli USA di non commettere errori che potrebbero avere gravi conseguenze anche per i paesi membri della NATO che costituiscono una vera e propria minaccia per la sicurezza russa. Ormai non si tratta più di un conflitto tra Ucraina e Russia ma quello che la NATO sta preparando contro la Russia. Putin è tornato ad accusare il Segretario Generale della NATO di essere “un demente” ma lo sono in egual misura i nostri governi che sono disposti a lanciarsi in un’avventura che potrebbe portare solo distruzione e morte nascondendo ai propri cittadini il rischio cui vanno incontro nel caso di un nuovo conflitto.

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La verità si sta facendo largo dopo le menzogne diffuse sulla responsabilità della Russia per aver provocato questo conflitto. È stato lo stesso Stoltenberg, in una audizione alla Commissione Affari Esteri del Parlamento Europeo ad ammettere che la NATO ha rifiutato di trattare con Putin prima dello scoppio del conflitto. Ha dichiarato il Segretario che Putin “voleva che rimuovessimo le infrastrutture militari in tutti i paesi entrati dal 1997“. Continuando, “abbiamo rifiutato e lui è andato alla guerra, per evitare confini più vicini alla NATO“. Ha ottenuto esattamente l’opposto confermando che uno degli elementi scatenanti del conflitto era senza dubbio l’avanzata ad est della NATO e che non si trattava di un conflitto localizzato, ma di una dinamica di scontro globale. Stoltenberg ha ammesso dunque di aver rifiutato una possibile via di risoluzione diplomatica chiarendo che le responsabilità a monte sono ben distribuite e soprattutto che non si tratta di una lotta tra bene e male. A farne le spese sono soprattutto le masse popolari che vengono mandate al macello e che subiscono i costi dell’economia di guerra in Ucraina, Russia e UE.

Giugno 2024

Avv. Eugenio Oropallo

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