RETROMARCIA SULLA BREXIT?
Ipotesi ritenuta possibile dopo la sconfitta elettorale subita dalla May. D’altra parte, se cade, come sembra, anche un’alleanza con i conservatori del partito unionista dell’Irlanda del Nord per l’opposizione dei cattolici irlandesi, sarà difficile per la May formare un governo. L’unica soluzione, peraltro apertamente sostenuta da un’ala del partito conservatore, sarebbero le dimissioni del designato primo ministro. Messa la May fuori gioco, alcuni commentatori inglesi ritengono che non ci sarà più né una Brexit soffice e neppure dura. Più semplicemente, non avremo più alcuna Brexit. Dall’Europa, d’altra parte, più di una voce autorevole si è levata a favore di un rientro del Regno Unito nell’UE. Così si è espresso un ministro del governo tedesco. Anche il neo-presidente francese Macron, pur ribadendo che la scelta del popolo inglese va rispettata, alla conferenza stampa congiunta a Parigi con Theresa May ha sottolineato che “finché i negoziati non saranno conclusi, ci sarà sempre la possibilità di aprire le porte”. In effetti, la Gran Bretagna continua a far parte della UE finché le trattative non saranno concluse. Trattative che si prevedono lunghe e laboriose per cui non è un azzardo ritenere che la partita sia ancora aperta. Anche a tener conto degli oneri economici e finanziari di cui si dovrebbe far carico il governo inglese alle prese, in patria, con una opposizione agguerrita come quella del Labour Party, anche se nel corso della campagna elettorale non si è impegnato sul tema della Brexit. Più temibile la posizione della Scozia che ha lasciato intendere di non rinunciare a fare un referendum, appena ve ne sarà l’opportunità. Senza contare che l’Irlanda che è membro dell’UE, per bocca del suo governo ha fatto sapere che questo passo potrebbe mettere in gioco l’accordo raggiunto, proprio con l’intervento dell’UE, che mise fine allo scontro tra cattolici e protestanti. Lo stesso ex primo ministro Blair, in un’intervista ha ritenuto possibile un nuovo referendum. In questo quadro, bisognerà continuare a seguire la vicenda, qualunque sia il suo epilogo, anche per i pesanti oneri cui dovrebbe far fronte la G.B., dovrebbero servire da deterrente per altri paesi che hanno accarezzato l’idea di abbandonare l’UE.
Giugno 2017
(Avv. E. Oropallo)