Parte 5 – LA GRANDE ASSENTE
Difficile e complicata fin dal primo momento è stata la ricerca da parte dell’UE di esprimere una sola voce sulla nuova crisi iraniana. Lo dimostra il comunicato pubblicato venerdì 3 u.s. all’indomani del raid contro Soleimani, sottoscritto solo dal Commissario Barrell, visto che i ministri degli esteri dei tre paesi, parte dell’accordo sul nucleare, ossia Francia, Germania e Gran Bretagna hanno preferito non schierarsi, Merkel e Macron che sono preoccupati, come l’Italia, per la questione dei dazi e la Gran Bretagna che dovrebbe negoziare un accordo di libero scambio con gli USA per cui Barrell si è limitato a chiedere a tutti gli attori coinvolti di mostrarsi moderati e responsabili per non compromettere del tutto la stabilità dell’Iraq e la pace nella regione.
Davvero poco per un protagonista della politica mondiale che ha ritenuto di non compromettere soprattutto una ripresa dei rapporti dell’UE con gli USA ormai congelati da mesi e soprattutto per non mettere in discussione gli interessi di molti paesi EU legati a filo doppio a quelli americani, a partire dai paesi baltici a quelli del gruppo Visegrad. “L’ambizione della nuova Commissione europea di svolgere un ruolo internazionale per evitare di trovarsi difronte a fatti compiuti” afferma Paolo Gentiloni, commissario europeo all’Economia, in un’intervista rilasciata a La Repubblica del 7 u.s.. “…. trova drammatiche conferme in questo inizio 2020”. “La riduzione della presenza americana e della sua leaderchip multilaterale crea un vuoto che rischia di essere riempito da altri con media ambizione imperiale e in conflitto tra loro”. E’ evidente che qui Gentiloni rivendica il diritto dell’UE di essere tra i primi attori della scena politica mondiale ma non possiamo nascondere che questo discorso porta a chiudere le porte al dialogo perché anche gli altri paesi ambiscono ad essere protagonisti della scena politica mondiale come la Russia, la Cina, l’India e il Giappone, solo per citarne alcuni, per cui non si può assumere una posizione che possa pregiudicare il dialogo con tutti gli altri paesi. In effetti, si sposta, a nostro avviso, il problema in quanto oggi nessuno di questi paesi pensa di poter fare la storia senza il contributo dell’Europa, mentre l’unico paese che pretende di bloccare lo sviluppo dell’UE, sobillando i paesi che oggi ne fanno parte a non rispettare le regole dell’UE, sono proprio gli Stati Uniti, Trump in particolare, che sarebbero ben lieti se fallisse la prospettiva della costruzione degli Stati Uniti d’Europa, a base federale. Né si può pensare che condividendo le posizioni oltranziste USA si rende più facile questa prospettiva di crescita dell’UE. Al contrario, proprio in occasione di questa crisi, il Segretario di Stato americano Michael Pompeo, usa parole dure per l’Europa “Gli europei – dice Pompeo in un’intervista alla TV Fox News – non sono stati d’aiuto come speravo potessero essere. I britannici, i francesi ed i tedeschi devono capire che ciò che gli americani hanno fatto ha salvato delle vite anche in Europa” chiedendo “a tutti nel mondo di appoggiare ciò che gli Stati Uniti stanno tentando di fare, per far sì che l’Iran si comporti come una nazione normale”.
Dimentica il sig. Pompeo che Trump ha stracciato un trattato storico sul nucleare, che aveva impegnato diplomaticamente i paesi europei, senza rispetto alcuno di un principio di diritto internazionale “pacta sunt servanda” che risale addirittura all’epoca dell’Impero Romano. Sono solo i dittatori che credono di poter fare e disfare la politica, come sta oggi accadendo nel mondo, con i dictat dell’amministrazione USA, forte della sua forza militare, del suo arsenale atomico, della sua esperienza bellica.
In fondo, tutte le guerre e i conflitti della seconda metà del secolo scorso e dei primi 20 anni di questo, hanno visto quasi sempre in prima linea proprio gli Stati Uniti.
Non va dimenticato che, dopo aver stracciato l’accordo sul nucleare, ancora prima, Trump, aveva stracciato l’accordo sull’inquinamento, ritenendo che si trattasse di una favola, allo scopo di salvare le imprese americane che facevano ancora largo uso dell’energia fossile, collaborando ad inquinare il mondo intero, senza alcun rispetto per il futuro dei giovani e di questo pianeta che potrebbe avere i giorni contati, grazie allo sfruttamento senza limiti delle risorse naturali che non sono eterne.
Gli USA per mettere alle corde un paese millenario come l’Iran, ha varato sanzioni contro Teheran che, benché illegali dal punto di vista dell’UE, possono colpire tutte le aziende europee che trattano affari con l’Iran. “Le divergenze – scrive La Repubblica del 5 u.s. – sono geopolitiche e geo-economiche, anche se si preferisce ammantarle di grandi principi. L’uccisione del generale Soleimani non sfugge alle regole e alcuni “progressisti” americani ricordano agli europei che si trattava di “un criminale pericoloso”, noto per le sue convergenze con Al Quaeda”. Di fatto anche i presunti “progressisti” giustificano apertamente il crimine politico posto in essere dal Capo di Stato di un paese civile e non certamente da una banda di ladroni.
10/01/2020