NUOVI TAGLI PER LA SCUOLA
In questi ultimi convulsi giorni in previsione dell’invio alla Commissione UE del DEF – che dovrebbe essere oggi – il 15.10 per chi scrive – il governo è alla ricerca affannosa di risorse per finanziare le cd. riforme previste dal “contratto di governo”. Quindi, nuovi tagli di spesa si abbatteranno sulle risorse già previste per altri settori, come la scuola e la sanità. Non si tratta solo dei 3-4 miliardi di sacrifici già annunciati perché nella nota al DEF si prevedono altri 5 miliardi di tagli al welfare, dunque a sanità, scuola, assistenza, pensione e investimenti. In particolare, per quanto riguarda la scuola, il governo prevede un risparmio per l’anno prossimo di circa 100 milioni. La fetta più grande di risparmi riguarderà l’alternanza scuola–lavoro, 65 milioni in meno malgrado che l’attuale ministro Marco Bussetti, quando era Provveditore agli Studi a Milano aveva definito l’alternanza un’ottima legge. Oggi ha deciso di abbattere le ore obbligatoriamente previste assicurando però che ogni scuola potrà autonomamente aumentare il numero di ore dedicate all’alternanza scuola–lavoro. Ipotesi oggettivamente poco realizzabile, visto il taglio dei fondi previsti. In effetti l’Italia destina all’istruzione il 3,9% del PIL ed è al quartultimo posto nell’UE. Chiaro che anche la didattica venga sacrificata con una ricaduta negativa sulla preparazione degli studenti. All’inizio di quest’anno scolastico ci sono già 32mila cattedre senza titolare mentre la CGIL denuncia che non ci sono soldi per il rinnovo del contratto nazionale nelle scuole. Una ulteriore retromarcia del M5S che aveva promesso più soldi a scuola e Università. Nei giorni scorsi sono scesi in piazza gli studenti per protestare contro questi nuovi tagli che sono un nuovo segnale di irresponsabilità di questo governo.
Ottobre 2018