NIENTE REDDITO DI CITTADINANZA SENZA RESIDENZA
Siamo convinti che la lotta contro la povertà non possa essere vinta con una politica assistenziale che serve solo a tamponare uno stato temporaneo di necessità senza combatterne le ragioni vere dell’aumento della povertà. Ormai cinque milioni di italiani vivono sotto la soglia di povertà secondo l’ultimo rapporto ISTAT. In percentuale, il 6,9 percento delle famiglie vivono in povertà assoluta. Cifre da considerare errate per difetto visto che il fenomeno è difficilmente rilevabile. Non è solo la povertà assoluta ad essere cresciuta ma anche quella relativa: sono ormai oltre nove milioni di italiani che si trovano in questa situazione. Per famiglie povere si intendono quelle formate da due componenti che hanno una spesa media mensile pari o inferiore ad euro 1.085,22; al disotto di questa soglia le famiglie, composte sempre da due componenti, rientrano nella fascia di povertà assoluta. Una buona parte di questi poveri rischia di restare però fuori dalla misura varata dal Governo, quelle del reddito di cittadinanza perché privi di una dimora fissa e senza alcun reddito. Molti sono infatti gli italiani – oltre agli stranieri – che decidono di dormire o vivere per strada o nei dormitori. Senza residenza – che deve essere inferiore a dieci anni – non si accede alla sanità e non si ha diritto al reddito di cittadinanza. Insomma, a parlare di provvedimento varato per lottare contro la povertà, paradossalmente ad essere esclusi sono proprio i poveri più poveri, come scrive “La Repubblica”. “E il numero delle persone in strada – aggiunge il giornale – aumenterà per effetto del decreto sicurezza che porterà un aumento dei poveri per strada e anche più clandestini”. La Caritas italiana denuncia che “ il tetto dei dieci anni di residenza …non ha alcun fondamento né nella normativa italiana né in quella europea”. Una misura errata sul piano politico in quanto viene a creare ulteriori disuguaglianze sociali, senza affrontare i temi sociali della mancanza di lavoro, del lavoro nero e del sottosviluppo.
Insomma, un sistema per illudere la parte più debole della popolazione senza andare a curare il disagio sociale e senza alcuna progettualità per eliminare queste sacche di disperazione alimentate dalla perdita o dalla mancanza di lavoro.
Febbraio 2019
(Avv. E. Oropallo)