NESSUN RIMPIANTO
“Berlusconi non è morto ma è solo diversamente vivo“. Questo è l’epitaffio che ha scritto un buontempone su Facebook. Forse lo stesso ” Berlusca” lo avrebbe apprezzato. In realtà, morto Berlusconi, il governo di destra ha proclamato il lutto nazionale di tre giorni, ritenendo che questo personaggio potesse considerarsi un padre nobile della nostra Repubblica. Ma è proprio così? Sebastiano Messina scriveva su La Repubblica del 14 giugno che un lutto nazionale per un uomo politico è un evento raro, anzi rarissimo. Anche per gli ex presidenti della Repubblica non è una decisione scontata. Quanto agli ex presidenti del Consiglio, non c’è nessun precedente nella storia repubblicana. Bisogna risalire al 7 giugno del 1871 quando moriva Camillo Benso conte di Cavour per trovarne traccia. Ma il Conte di Cavour aveva fatto l’Unità dell’Italia, per cui si è trattato di una indubbia forzatura della Destra al potere come se fosse un omaggio che il paese faceva all’anziano leader scomparso. Certo Berlusconi, forte della sua posizione economica e grazie al controllo dell’opinione pubblica, per due volte è stato capo di un governo, tentando anche la scalata alla poltrona di Presidente della Repubblica.
Anche se le più alte cariche dello Stato, uomini politici e tanti cittadini hanno accompagnato il feretro, non si può dimenticare che questo scaltro imprenditore ha contribuito a peggiorare la qualità di questa nostra classe politica e neppure ignorare i suoi guai con la giustizia e le sue vicende boccaccesche che hanno accompagnato tutto il corso della sua lunga esperienza di capo di governo. Come ha scritto Isaia Sales sulle pagine di La Repubblica di venerdì 16 giugno scorso “si è trattato del primo tentativo di (ri)scrivere la storia per via televisiva“.
Stendiamo dunque un velo pietoso su questo personaggio che, come scriveva un giornalista coraggioso come Giorgio Bocca, “ha riportato indietro di mezzo secolo il paese, ha ripescato tutte le la immondezze e le mediocrità del passato, che ha saputo farsi beffa della giustizia, che ha favorito un giornalismo di servi e delatori”. Un personaggio di cui non sentiremo certo la mancanza.