L’ULTIMA BRAVATA di SALVINI
Il ministro dell’Interno Salvini ha negato l’ingresso in un porto italiano ad una nave della nostra Marina Militare con 135 migranti a bordo, raccolti da un peschereccio e trasferiti poi sulla nave della Guardia Costiera. Il Viminale ha deciso di estendere il divieto – già previsto per le ONG – dal decreto Sicurezza Bis che sta per essere trasformato in legge nei prossimi giorni. Conversione in legge che non dovrebbe presentare problemi per i numeri di cui dispone il Governo anche al Senato, anche se – dopo il primo decreto Sicurezza dell’ottobre scorso – anche questo secondo presenta diversi profili di incostituzionalità. Comunque, il problema non è giuridico ma istituzionale. Può un Ministro dell’Interno negare l’attracco di una nave della Marina Militare in un porto italiano? Per rispondere a questo quesito ci sarebbero due ministri: il primo il Ministro delle Infrastrutture Toninelli e poi il Ministro della Difesa da cui prende ordini la Marina Militare italiana. Ma il Ministro Toninelli, ormai in “zona retrocessione”, fa in modo di non contrastare il potente ministro leghista per non accelerare la sua dipartita dal governo. Che pur sarebbe una buona idea, tante sono le disavventure che farebbero ritenere matura un’ipotesi anche di dimissioni. Ma la ministra della Difesa pur avrebbe voce per bloccare questa ennesima manovra di Salvini. Non è la prima volta che è scoppiato un contrasto tra i due ministri. Certo, appena sbarcati, Salvini potrebbe invocare lo stato di pericolosità sociale dei migranti, come nel caso della Sea Watch 3 o ancora di più come nel caso all’epoca della nave Diciotti, perché potrebbe esserci sempre un magistrato capace di fargli lo sgambetto. E allora Salvini continua a fare la voce grossa fino a quando ciò gli sarà concesso, perché le indagini avviate sul caso Russiagate dalla Magistratura potrebbero rappresentare per lui la classica buccia di banana. Ma anche se così non fosse, non esiste un’autorità superiore che possa chiarire al “falcone brianzolo” che le sue competenze non possono coprire tutte le attività di una compagine governativa? Sembra davvero che questo tizzone d’inferno faccia paura a tutti i membri del governo che, anche in questa occasione, declinano ogni responsabilità ministeriale cercando di rifugiarsi in posti sicuri dove sia difficile rintracciarli. Anche il povero Conte fa sempre la figura della “spalla” ma se ne viene a raccontare in Parlamento una serie di storielle per coprire quello che è sotto gli occhi di tutti a proposito del Russiagate, come si può dubitare che ormai Salvini non è più un ministro ma un monarca cui niente può essere negato?Recentemente, sulle pagine de “La Repubblica” Sebastiano Messina ha denunciato che il Viminale è diventato una sede secondaria della Lega Nord. “Matteo Salvini – scrive – ne dispone non come Ministro dell’Interno ma come segretario della Lega”. Non dimentichiamo che alla fine dello scorso anno Salvini ebbe a ricevere in Prefettura a Milano il Premier ungherese Orbàn per mettere a punto la strategia per le prossime elezioni politiche, senza che nessuno avesse a protestare per un uso improprio di un palazzo dello Stato. Gli episodi di questa autentica espropriazione del Palazzo del Viminale sono numerosi. Recentemente, ha convocato un incontro per parlare ai sindacati e agli imprenditori della sua Flat tax, senza invitare i ministri interessati, sollevando solo una morbida e soffice protesta sia da parte del Premier Conte che del Ministro dell’Economia. Si chiede Messina sconsolatamente “se c’è ancora qualcuno che abbia la voglia e il coraggio di spiegare a Sua Eccellenza il Capitano la differenza fra lo Stato e il partito e magari consigliargli di rispettarne almeno la forma”. Purtroppo, il sistema politico italiano, è doveroso ricordarlo, si trova in un perenne stato confusionale in quanto che esso funziona solo per approvare le leggi che il governo vuole ed è sempre più difficile per la Magistratura, che pure ha qualche problema al suo interno, intervenire per bacchettare chi esce fuori dai limiti costituzionali. E così anche in questa vicenda del rifiuto di Salvini di far attraccare la nave che ancora resta alla rada innanzi all’isola di Pantelleria, non c’è stato nessuno ancora, sia a livello politico che sul piano giudiziario, che abbia saputo dargli una risposta. E così la Guardia Costiera resta ancorata fuori dal porto, in pratica sequestrata dal Ministro che ha ribadito che “non ci sarà alcun permesso allo sbarco finché dall’Europa non arriverà l’impegno concreto ad accogliere tutti i migranti a bordo della nave. Vedremo se alle parole seguiranno dei fatti. Io non mollo” . Fa sorridere che Salvini continui ad usare questo linguaggio così altezzoso nei confronti di un’organizzazione di cui facciamo parte, dimenticando che anche al recente incontro tra i Ministri degli Interni dei più importanti paesi dell’UE che si erano riuniti proprio per trovare una base d’intesa per la modifica del Trattato di Dublino, il nostro Ministro dell’Interno ha fatto sapere di non volervi partecipare. E a chi lo critica per questo rifiuto ha risposto che se vogliono discutere di questo problema è bene che il Ministro francese venga qui a Roma a discuterne. Nella sua tana, ovviamente, nel suo boudoir tra un bicchiere di rosso di Frascati (vino rigorosamente italiano) e un salto al ristorante romano di Trastevere famoso per la diffusione dell’autentico dialetto romanesco. Mentre la nave Gregoretti è ancora allo stallo innanzi al porto di Catania in attesa di essere autorizzati a sbarcare i migranti. Nel frattempo, considerato che ormai siamo in periodo feriale, in attesa che arrivi un chiarimento da parte dei politici, i militari potranno prendere un po’ di sole sulla tolda della nave mentre i migranti – color carbone – potranno consolarsi ahimè! con la veduta della costa italiana.
Luglio 2019
Avv. E. Oropallo