L’UE e l’ITALIA COMPLICI PER LA VIOLAZIONE DEI DIRITTI UMANI DEI MIGRANTI IN LIBIA
Lo afferma, documentandolo, Amnesty International accusando l’UE, ed in particolare l’Italia, per le gravi violazioni dei diritti umani commessi nei confronti dei migranti recuperati in mare dalla Guardia Costiera libica e trasferiti nei centri di detenzione allestiti in Libia dal Dipartimento per la lotta all’immigrazione illegale libico (Affari Internazionali del 27.12.2017). E’ noto – si legge nella nota – che migliaia di migranti siano reclusi in questi centri per periodi di tempo indefiniti, senza poter ricorrere contro la detenzione, in condizioni gravemente al di sotto degli standard umanitari minimi, come già denunciato nel dicembre 2016 dalla missione ONU in Libia e dall’Ufficio dell’Alto Commissariato ONU per i diritti umani. In effetti, Il Governo Gentiloni, con il sostegno politico e finanziario dell’UE, ha posto in essere una serie di misure con l’obiettivo di frenare il flusso di migranti provenienti dalla Libia. A seguito dell’incontro tra Gentiloni e Serraj del 2.2.2017 l’Italia si obbligava a fornire supporto tecnico per migliorare le condizioni di vita dei migranti all’interno dei centri di accoglienza libici, contribuendo a ripristinare l’efficienza delle infrastrutture e dei mezzi da impiegare nel contrasto all’immigrazione illegale. Negli stessi giorni il Ministro degli Interni Minniti ha adottato un codice di condotta per le ONG attive nel salvataggio dei migranti in mare che impegna quelle che lo sottoscrivono a non entrare nelle acque territoriali libiche, tranne che nelle situazioni di emergenza che richiedano un’assistenza immediata e a non ostacolare l’attività di ricerca e salvataggio condotta dalla polizia libica che sistematicamente trasferisce poi i migranti salvati nei centri di detenzione gestiti dal dipartimento libico per la lotta all’immigrazione. Queste misure hanno comportato una consistente riduzione dei migranti sbarcati in Italia (solo 33.288 nel periodo tra luglio e novembre, il 67% in meno dello stesso periodo del 2016) ma anche un significativo aumento di quelli recuperati in mare dalle motovedette libiche e trasferiti nei centri di detenzione per cui le condizioni di questi centri sono di conseguenza peggiorate per il sovraffollamento, la scarsa ventilazione, l’assenza di cure mediche e violenze sistematiche da parte delle guardie che rendono la vita all’interno di queste strutture un vero inferno. La complicità dell’Italia nelle violazioni dei diritti umani fondamentali si basa sul diritto internazionale che ritiene uno Stato complice di queste violazioni quando porta aiuto e assistenza a un altro Stato nella commissione di un illecito internazionale, se è consapevole di questi comportamenti illeciti. E’ stato lo stesso Minniti a dichiarare che questi centri di detenzione non rispettano gli standard minimi per mancanza di spazio, assenza di assistenza medica e per le violenze sistematiche cui sono soggetti i migranti. Non vale ad escludere le responsabilità internazionali dell’Italia per un preteso stato di necessità – richiamato da parte del ministro Minniti – che ha evocato “un rischio per la tenuta democratica del paese”. Se è vero che la sicurezza sia qualificabile come un interesse primario dello Stato, è davvero discutibile che essa possa dirsi minacciata dagli sbarchi dei migranti in Italia. Al contrario, il sistematico uso della violenza, delle torture, la sottoposizione a trattamenti inumani e degradanti nei confronti di migliaia di migranti, che essi subiscono nelle strutture di detenzione libiche, costituiscono una grave violazione dei diritti fondamentali dell’uomo. Insomma, il contenimento dei flussi migratori verso l’Italia è stato raggiunto con successo condannando però migliaia di migranti a morire nei centri di detenzione libici. E’ davvero incredibile che l’UE abbia addirittura avuto motivo di complimentarsi con il Governo italiano per questo successo ottenuto anche grazie al divieto per le ONG di entrare nelle acque territoriali libiche, per evitare testimoni scomodi di quanto accade in quelle acque. Se questo è un successo della politica europea per l’immigrazione, ebbene chiariamo pure che si tratta di un crimine commesso contro l’umanità e finiamo di parlare di tragedia umanitaria se i responsabili son ben individuati.
Gennaio 2018
(Avv. E. Oropallo)
L’UE e l’italia complici per la violazione dei diritti umani in Libia