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L’UCRAINA POLVERIERA D’EUROPA

Nell’incontro con Zelensky, il Segretario USA Blinken e il capo del Pentagono Austin, hanno annunciato un nuovo invio di aiuti militari per 713 milioni.

La Russia va indebolita per evitare nuove invasioni – aggiungendo che – vogliamo vedere la Russia indebolita a un livello tale che non possa più fare cose come l’invasione dell’Ucraina”. Blinken ha detto che gli USA restano aperti al negoziato ma per trattare bisogna essere in due e Putin si rifiuta per cui la sfida si gioca sul campo di battaglia. Ebbene, difronte a queste dichiarazioni, si conferma il ruolo che gli USA stanno giocando in Ucraina che non è quello del difensore della libertà di questo popolo ma quello di effettivo nemico sul campo di battaglia chiarendo dunque che il conflitto si gioca tra USA e NATO da una parte e la Russia dall’altra. In effetti c’è un terzo protagonista che non viene citato ed è l’UE visto che la guerra si combatte nel cuore dell’Europa e ogni esito di questa guerra, nel bene o nel male, produrrà conseguenze soprattutto per l’Europa. Dopo due mesi di guerra, occorre chiedersi quali possono essere gli obiettivi non solo militari ma anche politici. Charles Michel nell’incontro avuto a Kiev con Zelensky, ha detto “faremo di tutto per assicurarci che vinciate la guerra”. Ma è questa anche la linea dell’UE? Innanzitutto, va ribadito che fino ad ora se alcuni Stati membri hanno deciso di legarsi alle scelte degli USA come l’Italia, ve ne sono altri che non hanno inteso fornire armi ad un paese che non fa parte dell’UE, non fa parte della NATO, per cui fino ad oggi c’è totale incertezza sulla posizione da assumere a livello europeo. Paolo Garimberti, sulle colonne de “La Repubblica” del 25 aprile scrive che “quello di cui l’Europa ha grande bisogno in questo momento è una guida capace di tenere insieme, con un comune denominatore politico-militare, che non sia soltanto quello indicato dagli Stati Uniti ma che abbia la sua identità di visione e di proposizione in vista di una pace che si allontana e di una guerra che rischia di prolungarsi per mesi (se non per anni)” riconoscendo che “questa guida non può che assumere la Francia di Macron”. Oggi 26 aprile, gli USA incontreranno nella base americana di Ramstein, gli altri paesi membri della NATO per chiarire quali siano gli obiettivi americani in Ucraina e a riprova che gli USA sono parte in causa in questo conflitto. All’inizio del conflitto Biden ha avuto una linea prudente, dicendo di voler aiutare l’Ucraina fin dove è possibile, sanzionare la Russia e soprattutto evitare un conflitto diretto tra la NATO e la Russia. Sempre su La Repubblica Marta Dassù scrive che “la linea è cambiata perché l’obiettivo non è solo quello di aiutare l’Ucraina sostenendo il suo sforzo bellico ma può essere quello più ambizioso di uscire vincitore in questa guerra, ridimensionando il ruolo della Russia. Si va chiarendo anche la posta in gioco che non è più il futuro del Dombass ma l’esito di questo scontro fra gli Stati Uniti e la Russia di Putin. In Ucraina si gioca la partita d’avvio della guerra fredda del 21° secolo”. Washington non vede in questa fase possibili spazi negoziali per cui la guerra continuerà. Ancora, aumenterà il rischio di escalation del conflitto che comunque, secondo l’amministrazione americana, non coinvolgerà i paesi della NATO. Una certezza che poggia sul vuoto in quanto, se la guerra continua, nessuno può impedire che la Russia possa attaccare un paese che fa parte della Nato come i Paesi Baltici o anche la più vicina Polonia, costringendo anche gli altri paesi ad intervenire in appoggio al paese attaccato dalla Russia. Giustamente il ministro degli Esteri russo ha dichiarato che esiste il pericolo reale di una terza guerra mondiale nella quale sarebbe trascinata tutta l’Europa per cui bisogna sapere fino a che punto l’Europa sappia tenere aperto un canale di dialogo con Mosca o sosterrà al contrario il cambio di strategia americana. La risposta a questi interrogativi sarà decisiva per il futuro dell’Europa che è più direttamente esposta degli Stati Uniti ai costi della rottura con Mosca. Ma soprattutto un’Europa che fino ad oggi non ha fatto sentire la sua voce, che non ha saputo opporsi all’aumento delle spese militari per cui l’incontro ad Ramstein servirà a capire se l’UE sia disposta ad affrontare i rischi di una guerra che potrebbe far saltare il progetto politico della nascita della Federazione degli Stati Uniti d’Europa e la decisione, non ancora ufficiale, di costruire una struttura di sicurezza non subalterna alla NATO, con obiettivi che rispecchiano le prospettive di un soggetto politico capace di confrontarsi con gli altri paesi egemoni contribuendo alla difesa della libertà ma soprattutto tenendo presente che la situazione precaria che stiamo vivendo, se non viene gestita con responsabilità e senso di misura, potrebbe determinare la fine anche della nostra attuale civiltà.

Aprile 2022

UCRAINA, POLVERIERA D’EUROPA

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