L’INCONTRO DI SALVINI CON ORBAN
Come aveva preannunciato ieri, il nostro Salvini si è incontrato a Milano con il primo ministro ungherese Orbàn. L’incontro è avvenuto in Prefettura: “Siamo vicini ad una svolta storica per il futuro dell’Europa: oggi comincia un percorso di incontri, ce ne saranno tanti altri” ha detto Salvini all’incontro.
Mentre si svolgeva l’incontro, la Milano dell’accoglienza si è riunita in piazza S. Babila per una manifestazione di protesta “Europa senza muri”: al corteo hanno aderito anche partiti politici come il PD, LeU e Possibile, Anpi, sindacati a partire dalla CGIL, centri sociali, ed altre sigle ancora. L’obiettivo cui lavorano Salvini e la nuova destra europea è quello di cambiare il volto dell’UE, probabilmente svuotando tutte quelle riforme che hanno reso in questi decenni l’UE un punto di riferimento per la difesa dei diritti civili e per la lotta contro ogni forma di discriminazione. Ebbene, c’è un aspetto di questo incontro che costituisce un ulteriore attacco alla legalità che sta diventando sempre più un semplice orpello da esibire al popolo ma svuotato di ogni contenuto democratico. E spieghiamo perché questo incontro costituisce, a nostro avviso, un ulteriore abuso istituzionale. In effetti, come ampiamente pubblicizzato dalla stesso Salvini, si trattava di un incontro privato con Orbàn, il capo del governo ungherese (che fa parte del gruppo Visegrad) il quale, pur apprezzando Salvini per la linea dura adottata nei confronti dei migranti, ha sempre rifiutato che una parte di essi, potessero essere ricollocati in altri paesi europei, come richiesto dallo stesso Salvini per cui si tratta di un’alleanza che fin da ora mostra già le prime crepe. In effetti, questo incontro era stato richiesto da Salvini per cominciare a discutere di un’alleanza dei partiti da loro rappresentati in vista della prossime elezioni europee. Sempre Salvini aveva chiarito che si trattava di un incontro privato che niente aveva a che vedere con la sua attività istituzionale.
Ebbene, se ciò è vero, ci si chiede come è stato possibile che un incontro “amichevole” tra due esponenti politici, si sia potuto svolgere all’interno di un palazzo delle istituzioni posto a disposizione del ministro.
Qui si confonde un incontro privato con il ruolo istituzionale del Salvini, incontro che non doveva coinvolgere i luoghi deputati allo svolgimento di attività specificamente istituzionali. Ancora una volta, dunque, si dimostra come la legalità sia sempre più calpestata proprio da chi quel principio dovrebbe rispettare per la carica che gli è stata affidata. Qualcuno potrebbe parlare di eccessivo formalismo ma la forma è anche sostanza. Anche ad un ministro non è dato di confondere un palazzo del potere con il proprio salotto personale o con la sede del suo partito politico. Malgrado tutto, c’è ancora un sistema di regole democratiche che vanno rispettate.
E se Salvini le stravolge, non c’è nessuno che glielo possa ricordare? Dov’è finito, a proposito, il premier Conte?
E bisogna scomodare sempre il più alto magistrato dello Stato perché si rispetti, da parte di chi la rappresenta, la legalità democratica? Chiedetevelo anche voi e provate a darvi una risposta.
Agosto 2018
(Avv. E. Oropallo)