LEZIONE DI POLITICA
Non è esagerato se affermiamo che domenica scorsa nel corso della trasmissione televisiva condotta da Lucia Annunziata, abbiamo ricevuto una lezione di Politica con la P maiuscola. Erano mesi ormai che continuava il bombardamento in tutti i talk show degli esponenti di una sinistra senza anima e di una destra che si destreggiava con un contratto di governo che aveva dato forfait alla politica. Decine di migliaia di ore di trasmissione dove – come in una commedia degli equivoci – si bombardava la platea di ampollosi annunci dietro i quali si nascondeva solo il vuoto politico e di residuati alogenici di una sinistra che aveva voltato le spalle ad ogni tradizione politica scimmiottando le manovre della destra avanguardista. Infine, fiat lux! Prodi ha ribadito ancora una volta che è una menzogna che non c’è più differenza tra destra e sinistra, sostenendo che la politica non è fatta solo di poltrone da occupare o di protagonisti geneticamente mutati della destra conservatrice perché non sono gli individui a fare la politica ma sono i programmi che finiscono per generare i protagonisti accusando i dioscuri e il malaugurato mediatore di non avere programmi, o meglio, di non avere un programma che va contro gli interessi degli italiani, contro l’Europa ma soprattutto contro l’Italia. Non ha lesinato il professore la critica impietosa dei nuovi nani della nomenclatura di sinistra. Non ha celato – difronte alle insistenti richieste dell’intervistatrice – che non è dall’Italia che si debba partire ma è in Europa che bisogna intervenire per avere più sicurezza e più prosperità per il futuro. Criticando i governi di ieri e di oggi di essere assenti dalla scena europea e di non avere dunque influenzato le scelte europee, entrando spesso in contrasto con la linea politica europea. Di qui l’appello a sostenere le battaglie che l’Europa sta preparando contro ogni tentativo, che accomuna gli Stati Uniti e la Russia, di distruggere l’unità europea, baluardo fino ad oggi delle libertà individuali e del benessere sociale. Certo – come dirà poi Landini – non è l’Europa delle banche che vogliamo ma l’Europa dei popoli, l’Europa solidale che difende i diritti dei cittadini e della maggioranza della popolazione. Solo su un punto non sono d’accordo ed è quando il professore accennava al suo ruolo che non può essere quello di un politico ma solo di osservatore e di critico della politica odierna. Ebbene, la battaglia per l’Europa non è un progetto generazionale, legato alla generazione attuale, ma che coinvolge tutte le categorie sociali, di tutte le età per cui, se c’è bisogno di rimettere in piedi la Politica, ebbene c’è bisogno anche di quell’esperienza politica che solo l’età matura può garantire. Non è un caso credo che alla trasmissione sia stata invitata una figura forte del mondo sindacale, quel Landini che ha accusato apertamente il governo di non voler alcun dialogo con il sindacato, di aver fatto delle promesse solo accennate genericamente, di aver bloccato gli investimenti pubblici, paralizzato ogni manovra per far riprendere lo sviluppo ma soprattutto di aver distrutto l’unità dei lavoratori attraverso una politica di differenza salariale tra le categorie produttive ricordando che vi sono poveri non in senso classico, privi del lavoro ma che vi sono lavoratori in tutti i settori che sono poveri pur avendo un lavoro che non è sufficiente però per la sopravvivenza propria e della propria famiglia. Denunziando nello stesso tempo la mancanza di una seria politica contro la corruzione e l’evasione fiscale e rivendicando il ruolo sociale e politico di un’organizzazione sindacale che rappresenta oltre dieci milioni di iscritti che possono senz’altro pesare sulle scelte di un governo che fino ad oggi ha dimostrato solo inefficienza e incoerenza, che pesano come macigni sul futuro di questo paese. E’ tempo dunque, che si ritorni alla politica fatta anche di contrasti e discussioni ma che rispecchi il principio democratico della partecipazione dei cittadini alle scelte politiche per ricostruire un tessuto democratico lacerato e offeso dall’arroganza di un gruppo politico che in pochi mesi ha dimostrato di essere del tutto inadeguato e gli obiettivi che l’Europa prima e l’Italia poi hanno per restituire dignità e autorevolezza all’Europa e sicurezza e serenità a questo paese.
Novembre 2018