L’EUROPA SULLA STRADA DELL’INTEGRAZIONE
Se la pandemia ha mostrato da una parte i limiti di una risposta da parte dei singoli Stati, dall’altra ha dimostrato che solo un intervento collettivo aveva la possibilità di contrastare sia il dilagare della infezione ma anche di rispondere ad una seria crisi economica e sociale che poteva cambiare il destino dell’Europa. Ebbene l’UE ha saputo valorizzare tutte le forze di cui disponeva per una risposta efficace sul piano sanitario, lanciando contemporaneamente anche un piano economico che potesse finanziare una ripresa della macchina produttiva. Diversi paesi hanno manifestato il loro scetticismo difronte a questa politica, ma la scommessa è stata vinta mostrando agli Stati membri la necessità di portare a compimento – attraverso una seria modifica dello Statuto dell’Unione – la costruzione di un’Europa federale. Nel passato sono stati commessi diversi errori come quando abbiamo pensato di poter fare l’Europa lasciando tutte le principali competenze ai singoli Stati membri, pensando di costruire un’economia europea senza un bilancio europeo e che potesse essere un attore globale credibile senza una politica estera unica. Difronte al rischio di un serio conflitto tra Russia e Ucraina, difronte alle minacce costituite da un alleato poco credibile come gli USA che pensano solo di riaffermare la loro posizione di grande potenza senza timore di sconvolgere l’assetto istituzionale dell’Europa, crediamo sia giunto il momento che l’UE manifesti il suo disaccordo rispetto a questa prospettiva e soprattutto far comprendere agli alleati della NATO, che l’Europa non è disposta a risolvere i problemi ricorrendo alle minacce di scatenare una guerra di cui le prime vittime sarebbero proprio i cittadini europei. L’Europa oggi non è soltanto un progetto di pace e libertà ma, per rivendicare il suo ruolo politico ed economico, è necessario anche rendere l’integrazione europea un processo irreversibile in un momento in cui viene messa in discussione la democrazia liberale e lo Stato di diritto. E’ maturo il momento di avanzare alcune proposte per il futuro dell’Europa, anche in concomitanza con il processo avviato con la Conferenza sul futuro dell’Europa, passando da un sistema decisionale legato all’unanimità ad un sistema decisionale maggioritario che sia contemperato da un controllo parlamentare più forte ampliando le competenze del Parlamento europeo. Come scrive la rivista Affari Internazionali “La mancanza di meccanismi di controllo democratico diretto può essere mitigata attraverso meccanismi di controllo amministrativo e giudiziario potenziando le competenze della Corte di Giustizia Europea” adottando allo stesso tempo azioni correttive per favorire un’Unione più efficace, sostenibile e democratica. L’Europa ha tutti i requisiti per creare un mondo migliore anche se le minacce extra-territoriali, i conflitti regionali, le crisi globali ed il sovranismo rendono la sicurezza e la resilienza i nodi da sciogliere. La capacità e la libertà d’azione dell’Europa sono chiavi della sovranità. In un mondo di incertezze e di complessità, avere fiducia nelle istituzioni e credibilità politica è importante per resistere al fascino dell’autoritarismo. Se non vogliamo ritornare al passato, abbiamo un’unica soluzione, quella di lavorare per portare a compimento l’obiettivo dei padri dell’europeismo, aprendo le porte dell’adesione all’UE anche a quei paesi, come gli Stati della ex Jugoslavia, ponendo fine ai conflitti regionali che ancora potrebbero trasformarsi in conflitti armati. Passaggi questi da realizzare al più presto possibile anche per controllare i flussi di migranti che bussano alle porte dell’Europa.
Febbraio 2022
L’EUROPA SULLA STRADA DELL’INTEGRAZIONE