L’ESITO DELLE ELEZIONI NEL REGNO UNITO
Giovedì 6 Maggio u.s. più di 48 milioni di cittadini inglesi hanno votato per il rinnovo di oltre 100 consigli locali e la nomina dei sindaci di diverse città inglesi tra cui Londra. Contemporaneamente si è votato anche per il rinnovo del Parlamento scozzese e del Senedd, il Parlamento gallese. La campagna elettorale del Primo Ministro Nicola Sturgeon dello Scottish National Party in Scozia, è stata accompagnata dalla promessa, in caso di vittoria, di indire un nuovo voto sull’indipendenza con l’obiettivo di riportare il paese nell’UE. Sta di fatto che il Primo Ministro Johnson ha dichiarato che bloccherà l’ipotesi di una nuova consultazione anche in caso che i partiti indipendentisti ottenessero la maggioranza nel Parlamento scozzese. In Galles, nello stesso giorno, si è votato per il rinnovo del Parlamento, il Senedd, e anche qui la campagna elettorale è stata incentrata sull’ipotesi di un voto sull’indipendenza. Com’era prevedibile, in Scozia ha vinto il partito favorevole ad un nuovo referendum per rientrare nell’UE. Gli indipendentisti del SNP hanno ottenuto 64 seggi su 129 mentre i conservatori hanno ottenuto solo 31 seggi. Anche se il partito indipendentista ha stravinto le elezioni locali conquistando il risultato più ampio nella storia del Parlamento scozzese, non ha ottenuto la maggioranza assoluta di 65 seggi che avrebbe dato i pieni poteri al partito. Tuttavia la vittoria delle SNP viene ad essere confermata anche dal risultato dei verdi, anche loro indipendentisti, che hanno registrato il miglior exploit di sempre con 8 seggi formando così un solido fronte indipendentista. Johnson ha sempre opposto un ostinato no a qualsiasi nuovo referendum sull’indipendenza dopo quello bocciato nel 2014, perlomeno fino ad ieri perché non può non tener conto dell’esito del voto, commentando che “in questo momento un referendum sarebbe irresponsabile”, proponendo un incontro sia con il primo ministro gallese, il laburista Mark Drakeford, che con la presidente del SNP scozzese per un “Summit per l’Unione”. Probabile che non vi saranno argomenti che possano modificare la posizione degli scozzesi ma quella di Johnson è una posizione di forza perché sarà sempre lui ad avere l’ultima parola su un referendum proposto dal Parlamento scozzese.
Probabilmente si arriverà ad uno ricorso alla Corte Suprema che sarà sicuramente impugnato da Johnson. Ma ad Edimburgo si respira già un’altra aria tanto – scrive lo scrittore Irvine Welsh – “il Regno Unito si disintegrerà ugualmente”.
Cosa potrà accadere nel prossimo futuro? Probabilmente il Parlamento scozzese si rivolgerà alla Corte Suprema per mettere in discussione l’adesione della Scozia al Regno della Gran Bretagna che dura da oltre tre secoli ma non può essere esclusa una prospettiva più drammatica nel caso in cui la Corte Suprema rigettasse il ricorso.
Già oggi l’unità del paese traballa alla luce della prospettiva dell’Irlanda del Nord di riunificarsi all’Irlanda, che è rimasta membro dell’UE, per i benefici che ne verrebbero anche sul piano economico per cui la battaglia per l’unità del paese che rivendica Johnson potrebbe trovarsi dinanzi ad un ostacolo difficilmente superabile. Né potrebbe fare ricorso, come è avvenuto in passato con l’Irlanda, alla forza delle armi. Futuro dunque denso di incognite, purtroppo conseguenza di una scellerata e incomprensibile decisione della Gran Bretagna di uscire dall’UE per rinverdire i fasti di una potenza economica e militare del paese in una realtà come quella attuale che sta modificando continuamente la politica mondiale. Ecco, se si può sintetizzare, l’errore del governo inglese conservatore, prima e dopo Johnson, è di aver perso i contatti con la realtà cullando il sogno di ritornare ad essere una grande potenza intercontinentale, laddove la sua permanenza nell’UE avrebbe potuto portare ad un rafforzamento della prospettiva di uno Stato federale molto più forte di quanto possa essere allo stato attuale l’UE.
Maggio 2021
L’esito delle elezioni nel Regno Unito