L’enigma della lettera
Venerdì scorso il ministro Tria ha inviato alla Commissione Europea la risposta alla lettera di chiarimenti che aveva inviato la Commissione. La Commissione ha replicato che risponderà mercoledì avendo già iniziato l’analisi della lettera. Lettera che ha sollevato più di un dubbio sul suo contenuto perché ne era circolata una bozza nella quale si prevedevano tagli alla spesa sociale, vale a dire ai servizi, agli ospedali, tagli al lavoro e a quota 100. Tagli non confermati dal ministro dell’Economia che ha continuato a rassicurare che “unica cosa da tagliare sono le tasse”, ringraziando il ministro Tria di aver provveduto alle correzioni. Sembra che il mistero sia stato chiarito in quanto sia il Presidente del Consiglio che il ministro Salvini si sono detti soddisfatti sul contenuto delle correzioni. Nella lettera si ribadisce, dunque, come già confermato da Tria, che “il governo sta elaborando un programma complessivo di revisione della spesa corrente”, che il disavanzo 2019 dovrebbe attestarsi al di sotto delle previsioni della Commissione, senza far ricorso all’aumento delle imposte indirette (IVA) per il 2020 “individuando misure alternative idonee a garantire il miglioramento strutturale”. Il testo si sofferma anche sulla flat tax, specificando che essa non sarà fatta in deficit –senza specificare, però, dove trovare i fondi (si parla di 30 mld di euro). Se questo è il testo della lettera, e non abbiamo motivo di dubitarne, credo, per quello che si legge, che questa lettera sarà rinviata al mittente. Essa non parla infatti di cifre né di provvedimenti in corso, restando nel vago e non offrendo alcun elemento alla Commissione per poter valutare in concreto quali misure siano state prese per adeguarsi ai parametri di spesa largamente sforati dal governo, né vengono forniti argomenti che possono far sperare in un ragionevole ravvedimento da parte del governo che, invece, continua ad annaspare nel vuoto senza rendersi conto che non potrà più contare né sulla comprensione della Commissione, né sulla solidarietà degli altri paesi membri dell’UE , e tantomeno su quelli sovranisti che hanno chiuso le porte ad ogni tentativo di Salvini di trovare alleati alla sua politica. Dietro la sicurezza che manifestano i responsabili del governo, si prepara il paese ad un nuovo scontro con le istituzioni europee. Anche Salvini, dopo essersi detto soddisfatto “perché ci sono segnali positivi per l’economia italiana”, aggiungendo che “l’Europa rispetterà la nostra volontà di crescere e tagliare le tasse”, finisce concludendo con l’ennesimo attacco a Bruxelles e “se ci diranno di no, valuteremo chi avrà la testa più dura”. Ritorna dunque il miraggio della flat tax da una parte mentre non si sa come l’Italia possa crescere. Forse il ministro Salvini non ha sentito il discorso preoccupato del Governatore della Banca d’Italia e i commenti a mezza voce dei protagonisti del mondo economico. Dovrebbe essere chiaro dunque per gli italiani che – diversamente da quanto dichiara il ministro dell’Economia- si prospetta una nuova fase di recessione e, sempre per le promesse mancate di questo manipolo di avventurieri della politica, malgrado l’aiuto a suon di miliardi di euro da parte della BCE per evitare un default del nostro paese che potrebbe far ricadere il paese nella spirale del sottosviluppo, se l’UE sarà costretta a rompere ogni legame con il nostro paese per evitare di essere travolta. A quel punto vedremo come reagiranno gli artefici di questo disastro annunciato e se il popolo italiano saprà liberarsi di questi profeti di sventure.
Giugno 2019
Avv. E. Oropallo