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L’ADESIONE DELL’UCRAINA ALLA NATO

In questi ultimi mesi si è fatta sempre più pressante la richiesta di Kiev di entrare a far parte della grande famiglia NATO e di conseguenza accelerare anche il processo di adesione all’UE. Nel vertice dei capi di Stato e di Governo che si è tenuto a Vilnius l’11 e il 12 luglio, cui era stato invitato anche Zelensky, i membri della NATO hanno discusso anche di questo. L’ipotesi di un’adesione in tempi rapidi è stata appoggiata anche dai paesi del centro Europa, compresi quelli che già facevano parte della disciolta URSS ma allo stato non c’è una visione condivisa degli Stati membri per una piena adesione di Kiev, almeno fino a quando non abbia fine il conflitto (lo Statuto della NATO non consente l’adesione di un paese in guerra). Inoltre non si può dimenticare che è ancora formalmente esistente il Consiglio NATO-Russia risalente al 2002 per agevolare i rapporti con Mosca nel sancire la fine della “Guerra fredda”. Molti componenti dell’Alleanza, a ben riflettere, temono che un’adesione formale di Kiev alla NATO possa diventare un ostacolo per una tregua. Ma c’è anche un altro aspetto che frena una formale adesione in questa fase: i negoziati per l’adesione all’UE sono stati sospesi e riprenderanno solo all’inizio del prossimo anno, senza contare che a quel punto sarebbe la stessa UE ad essere coinvolta direttamente nel conflitto. Una soluzione che non è affatto condivisa dalla maggioranza dei paesi membri; anzi vi sono alcuni paesi, come l’Ungheria, che farebbero uso del loro potere di veto per bloccare questo processo. Il presidente Macron, dopo essersi opposto a più riprese all’ingresso dell’Ucraina nell’UE, ha sostenuto l’esigenza di definire un percorso accelerato per l’ingresso dell’Ucraina, segnando una rottura della Francia con le posizioni di alcuni importanti alleati – tra i quali gli USA e la Germania che hanno ribadito la loro perplessità sul processo di adesione ricordando che non ci sono corsie preferenziali come per tutti gli altri paesi che hanno fatto domanda di adesione all’UE, che devono dimostrare sussistenti le condizioni per l’adesione, come prevede lo Statuto dell’Unione.

Il risultato non corrisponde a quanto il presidente Zelensky auspicava. La formula adottata dai paesi presenti al vertice è piuttosto vaga, in quanto stabilisce che l’Ucraina potrà diventare membro effettivo solo quando saranno soddisfatte le condizioni poste dai negoziatori UE. Questa eccessiva prudenza ha irritato Zelensky che nel corso della prima giornata del vertice ha commentato con asprezza l’atteggiamento degli alleati. Anche se essi hanno ribadito che il futuro dell’Ucraina è nella NATO e che c’è un’unanimità per un ingresso a guerra finita con una procedura semplificata.

Un colpo di spugna alle promesse che erano state fatte all’Ucraina. Nel pomeriggio del secondo giorno del vertice Zelensky ha anche arringato in una piazza gremita di migliaia di persone nel centro di Vilnius: “La NATO – ha esordito il leader di Kiev – renderà l’Ucraina più sicura e l’Ucraina renderà la NATO più forte”. Comunque non è stata affatto una decisione che è andata a genio a Zelensky che ha riportato a casa un magro bottino, facendo la figura di un vaso di terracotta – di manzoniana memoria – costretto a viaggiare in compagnia di molti vasi di ferro.

Se fosse più intelligente, Zelensky si sarebbe reso conto che Biden si è servito dell’Ucraina per misurare la capacità di reazione dell’apparato militare russo: non poteva il presidente USA intervenire direttamente dopo la figuraccia che aveva fatto in Afghanistan, quando ha deciso il ritiro delle truppe, senza avvertire neppure gli alleati. Una decisione quella adottata nel conflitto in Ucraina che ha provocato fino ad oggi decine di migliaia di vittime, senza distinguere fra soldati e civili, solo per rendere più forte il dominio americano, senza che vi sarà un tribunale che possa giudicarlo per i suoi crimini di guerra, come non è avvenuto alla fine della Seconda guerra mondiale quando gli USA cinicamente hanno usato la bomba atomica per mettere fine alla guerra contro il Giappone.

Non sappiamo come e quando finirà questa guerra ma già si sta preparando un nuovo scenario di guerra nell’Estremo Oriente dove gli USA tentano di fare lo sgambetto alla Cina, mettendo in discussione gli accordi sottoscritti alla fine della Seconda guerra mondiale, quando ci si accordò perché la Cina Nazionalista (oggi Taiwan) ritornasse a far parte della Cina continentale.

Vorremmo che le grandi potenze e, per quanto ci riguarda l’Unione Europea, si interrogassero sul rischio di una nuova guerra mondiale che potrebbe mettere fine alla stessa esistenza della nostra società.

L’ADESIONE DELL’UCRAINA ALLA NATO

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