LA TURCHIA DI ERDOGAN PREPARA LA SOLUZIONE FINALE PER IL POPOLO CURDO
Alla conferenza stampa che il presidente Erdogan ha fatto dopo il vertice della Nato tenuto a Madrid ha dichiarato che “soltanto quando Svezia e Finlandia manterranno le loro promesse ratificheremo nel nostro parlamento il loro ingresso alla Nato” aggiungendo di aver ricevuto dalla Svezia la garanzia che saranno estradati più di 70 terroristi la maggior parte dei quali sono cittadini curdi rifugiatisi in Scandinavia accusati di far parte del PKK, un’organizzazione curda che la Turchia e anche l’UE hanno inserito nella lista dei gruppi terroristi. In realtà Erdogan sta preparando un’invasione della regione siriana controllata dai curdi (conosciuta col nome di Rojava) e fonti delle autorità curde hanno dichiarato di aspettarsi un’operazione militare turca attorno al 25 luglio. Per resistere ai turchi, i curdi siriani hanno chiesto al governo siriano di rispondere con le sue batterie missilistiche contro i raid aerei turchi in caso di invasione. Nel Rojava, come già nel Dombas ucraino dimenticato per otto anni, la guerra a bassa intensità tra curdi e turchi si sta riaccendendo. I droni turchi, di produzione turca, di recente apprezzati in Ucraina perché danno un contributo fondamentale contro l’invasione russa, oggi sono l’arma dell’invasore turco. Se l’invasione minacciata da Erdogan si concretizzerà nelle prossime settimane, i curdi sono pronti a rallentare l’avanzata turca sul modello della resistenza ucraina contro la Russia. Comunque, visto quello che L’UE ha sottoscritto, c’è il timore che i governi occidentali e l’amministrazione Biden tratteranno il Rojava più come Kabul, lasciata nelle mani dei talebani che come Kiev, aiutata in tutti i modi. Malgrado il silenzio colpevole dei paesi occidentali e lo sporco baratto con la Turchia, i curdi sono pronti a combattere con il sostegno morale e materiale dei curdi emigrati in Europa perché si riconosca al popolo curdo il diritto all’autodeterminazione, così come ha richiesto l’Ucraina in Europa. Ma c’è di più da aggiungere. Se l’Occidente ha potuto mettere a tacere la minaccia jihadista lo deve soprattutto a questo popolo che ha saputo sacrificarsi e sacrificare la propria gioventù per conquistare la libertà oggi minacciata dal despota turco. Certo gli accordi tra Erdogan e l’UE e quelli presi nel vertice Nato possono giocare un ruolo determinante in questo conflitto che si sta preparando nella vicina Siria ma la solidarietà di ampi strati della opinione pubblica europea e americana potrà essere un valido appoggio alla lotta del popolo curdo. Scrive Mazzantini – giornalista freelance – che quello che è successo al vertice Nato “è un capolavoro di ipocrisia e malafede”. Gli stessi governi democratici che hanno in passato esaltato l’eroismo dei combattenti curdi per fermare l’avanzata del Califfato che minacciava la democrazia e la libertà e che oggi invocano l’autodeterminazione per il popolo ucraino, oggi chiudono gli occhi difronte ai massacri commessi dalla Turchia. La deputata curda – svedese del partito della sinistra ha criticato aspramente l’accordo con la Turchia: “questo è un tradimento del governo svedese, dei paesi della Nato e di Stoltenberg che ingannano un popolo che ha contribuito con il suo sacrificio di sangue a liberare il mondo dall’incubo di una vittoria jihadista mentre i rappresentanti in Europa del popolo curdo hanno invitato la Nato a porre fine alle minacce di invasione avanzata dal presidente turco Erdogan ribadendo che “una nuova guerra del Nord della Siria porterebbe alla rinascita dello Stato islamico”.
Luglio 2022
La Turchia di Erdogan prepara la soluzione finale per il popolo curdo