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LA STRAGE DEGLI INNOCENTI

Una strage annunciata

L’attacco di Hamas ad Israele del 7 ottobre 2023 aveva come obiettivo di rispondere alle azioni provocatorie delle forze israeliane svolte nella moschea Al-Aqsa e alle violenze commesse nei campi dei rifugiati in Cisgiordania nel 50° anniversario della guerra israeliano-palestinese del 1973. La reazione dell’esercito israeliano è stata di una ferocia inaudita, niente affatto giustificata dallo scacco subito e neppure dalla ricerca di “terroristi” di Hamas.

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In effetti nella martoriata striscia di Gaza la macchina da guerra israeliana non ha risparmiato nessuno, facendo più di 50 mila vittime, a tutt’oggi, non ha risparmiato né scuole e neppure gli ospedali che le forze speciali israeliane hanno fatto saltare in aria senza alcuna pietà. Ancora oggi l’esercito israeliano sta completando la sua opera di annientamento di tutta la popolazione di Gaza, mentre nella Cisgiordania, che pure costituisce territorio palestinese, sono entrati migliaia di coloni israeliani che stanno scacciando la popolazione dalle loro abitazioni. Neanche l’appello del Papa è valso a far tacere le armi.

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Come scrive il giornalista italo-palestinese Milad Jubran Basir sulla rivista Sinistra sindacalequando si parla di ciò che sta accadendo a Gaza e in Cisgiordania, si utilizzano dei termini non corretti come, per esempio, ‘guerra’, tra Israele e la Palestina“. La guerra di solito si fa tra due Stati con due eserciti: ma non è questo il caso della Palestina perché non c’è una guerra bensì un’aggressione a Gaza che coinvolge anche la Cisgiordania – dove appoggiati dall’esercito regolare sono entrati fino ad oggi 726 mila coloni occupando il 43% del territorio dove doveva nascere lo Stato della Palestina (secondo gli accordi firmati ad Oslo da Arafat e Rabin nel lontano 1993). Due ministri dell’attuale governo israeliano hanno dichiarato di essere pronti a deportare i palestinesi in Giordania anche con la forza.

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Il genocidio del popolo palestinese

Il termine “genocidio” fu coniato nel 1944 dal giurista ebreo polacco Raphael Lemkin. Questo concetto fu poi definito nei termini legali dalla Convenzione per la prevenzione e la repressione del delitto di genocidio approvato il 9 dicembre del 1948 e nel tempo sottoscritta da 152 paesi. È la Convenzione cui si è riferito il Sudafrica quando ha fatto ricorso alla Corte Internazionale di Giustizia dell’Aia accusando Israele di aver commesso il reato di genocidio.

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Nel corso dell’istruttoria la Corte di Giustizia dell’Aia ha emesso un ordine di arresto nei confronti di Netanyahu e del Ministro della Difesa Yoav Gallant. Nonostante gli appelli lanciati dalle organizzazioni umanitarie non cessano gli approvvigionamenti di armi, non vengono richiamati ambasciatori, non viene riconosciuto lo Stato di Palestina…mentre la popolazione di Gaza continua a morire sotto i bombardamenti e anche di fame, sete e mancanza di cure per l’interruzione di forniture di acqua, cibo ed energia elettrica. Il governo israeliano in effetti non vuole alcun tipo di dialogo, mirando alla pulizia etnica di un popolo intero, arrivando alla deportazione forzata per chi sopravvive fra mille stenti.

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Il processo che si celebra nell’aula del Tribunale Internazionale di Giustizia all’Aia è stato battezzato da noi palestinesi – scrive sempre Milad Jubran Basir – come il Processo del Secolo“. Al di là del verdetto dei 15 giudici del Tribunale dell’Aia lo Stato di Israele si trova sul banco degli imputati per discriminazione razziale, apartheid e genocidio del popolo palestinese. Anche il Papa recentemente è tornato all’attacco accusando Israele di crudeltà per i bombardamenti su scuole e ospedali e per non aver fermato gli attacchi alla popolazione di Gaza.

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Anche l’ONU ha condannato Israele, accusando il governo di sterminio indiscriminato della popolazione civile. Nel frattempo continua l’offensiva su Gaza dove 43739 cittadini sono stati uccisi, mentre i coloni che si sono insediati in Cisgiordania sognano l’annessione di questa terra a Israele. Un’espansione che finora ha preoccupato e non poco l’Occidente, ma che presto potrebbe diventare un problema per l’Europa. Il governo israeliano è irremovibile. “Il piano del secolo presentato da Trump prevedeva la nascita di uno Stato palestinese. Noi siamo pronti a discutere – dice Israele – ma non ad abbandonare le nostre case” negando, apertamente, alla Palestina, di costruire il proprio Stato.

Gennaio 2025

Avv. Eugenio Oropallo

LA STRAGE DEGLI INNOCENTI

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