LA GUERRA NON RISPARMIA NEPPURE LA CULTURA
Nei giorni scorsi al Teatro Comunale di Ferrara era in programma “Il lago dei cigni” che non si è tenuto perché il governo ucraino ha notificato ufficialmente al direttore artistico del Teatro, Marcello Corvino che, “In questo momento non riteniamo possibile che gli artisti ucraini eseguano opere di autori russi”.
Non ha condiviso il divieto il direttore artistico che ha dichiarato che “la cultura russa è patrimonio dell’umanità, non emanazione del governo. La cultura deve costruire ponti, non dividere”.
Il caso di Ferrara non è isolato. Anche a Bologna, il Teatro Comunale che aveva in cartellone l’ultima recita di “Iolanta” di Tchaikovski, a seguito del rifiuto della protagonista, l’ucraina Liudmyla Korsun, ha dovuto sostituirla con la connazionale Yuliya Tkachenko, a conferma che non tutti gli artisti ucraini hanno aderito all’indirizzo del loro governo. Che Tchaikovski (nipote di cosacchi dell’Ucraina) non dovesse meritare censure, l’aveva energicamente ripetuto la direttrice del Comunale Oksana Lyniv. La decisione di Kiev getta nuove ombre sulla politica anche culturale del governo di Kiev il cui atteggiamento “nazionalista” anche sotto il profilo culturale, finisce per dare ragione a chi ha accusato il governo ucraino di tollerare le associazione di stampo nazista lontane queste ultime da ogni prospettiva di democrazia e di libertà. Un vero autogol che non fa che aumentare i dubbi su questa guerra insensata.
Aprile 2022