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LA GRAN BRETAGNA RISCHIA DI TRASFORMARSI NELLA PICCOLA INGHILTERRA

La Brexit è stata un disastro e ora gli inglesi pagano un conto salato. Il caos provocato dal distacco con l’Europa continentale sta mostrando tutti i suoi danni e in Scozia potrebbero ripartire le spinte per tornare in Europa. Sadiq Khan, Sindaco di Londra, di fronte a mezzo governo conservatore a partire dal premier Rishi Sunak e alle telecamere di BBC non ha esitato a nascondere un quadro sociale abbastanza compromesso. Lo ha fatto qualche mese fa dal podio della prestigiosa Mansion House Dinner.

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La Brexit è stata un disastro per il Regno Unito” ha scandito il Sindaco. “Si sono persi due milioni di posti di lavoro, la metà dei quali nella finanza e nelle costruzioni“. Non è finita: “la Brexit è la causa primaria dell’inflazione pari al 12% ossia due punti in più dell’Europa e tre dell’America“. David Cameron che da premier lanciò il referendum del giugno del 2016 e oggi Ministro degli Esteri ha preferito lasciare la sala anzitempo.

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Londra è l’epicentro della crisi: secondo un rapporto di Cambridge Econometrics, in città sono stati persi 290 mila posti di lavoro; l’economia si è ridotta di 30 miliardi e il londinese medio guadagna 3400 sterline in meno all’anno, mentre il flusso di investimento è sceso del 10%. Ancora, scrive Lorenzo Codogno, ex capo economista del Tesoro, e oggi docente alla London Scool Economics “pensare di fare da soli è stato un errore geopolitico gravissimo”. “Il mondo è diviso di nuovo in blocchi. Cambia l’identità rispetto alla Guerra Fredda: oltre agli Stati Uniti, c’è la Cina, e c’è l’Unione Europea ma anche se ti chiami Regno Unito sei destinato a ricoprire un ruolo secondario” puntualizza Brunello Rosa anche lui, docente alla London Scool Economics.

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La sindrome dell’isolamento travolge perfino la Bank of England. La sterlina è stata la prima vittima della Brexit e ha perso dal referendum più del 14% del valore. L’immagine del caos è il confine ‘marittimo’ di fronte al porto di Liverpool per l’export manufatturiero verso l’Irlanda mantenendo fluido il passaggio come stabilisce l’accordo del 1998 che pose fine alla guerra civile ma ora che il partito Sinn Féin ha vinto le elezioni sia in Irlanda del nord, che fa parte della Gran Bretagna, sia nella repubblica irlandese, basterebbe un incidente anche piccolo che potrebbe portare alla riunificazione dell’Irlanda sotto l’egida dell’UE. A quel punto potrebbe risvegliarsi la pulsione europeista. La Brexit avrebbe così un effetto paradossale di trasformare la Gran Bretagna in Piccola Inghilterra.

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Secondo un’indagine di mercato gli inglesi si sono già pentiti della Brexit. Oggi il 55% è contrario. In questi 4 anni sono aumentate le tasse, mentre le banche hanno spostato attività per 900 miliardi di sterline a Dublino, Parigi, Francoforto ed Amsterdam. Mentre si sono dimostrate fallaci tutte le promesse che all’epoca aveva sbandierato il Presidente Trump che aveva spinto la Gran Bretagna a lasciare l’UE. Al contrario gli USA con la creazione di una nuova alleanza militare tra USA, Gran Bretagna e Australia (AUKUS) ha legato l’isola alla politica imperialista degli USA. Il Presidente Biden, di solito poco loquace, ha confermato che questa nuova alleanza militare potrà contenere l’ascesa di Pechino riaffermando il vecchio ordine sociale mentre il portavoce del Ministro degli Esteri cinese ha affermato che la mossa “mina seriamente la pace e la stabilità regionale“.

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Con il partito conservatore in crisi, le elezioni politiche che si tengono oggi porteranno alla vittoria il partito laburista per cui potrebbe accendersi di nuovo l’idea di ritornare a far parte dell’Unione Europea. Ipotesi politicamente non perseguibile in quanto si tratterebbe di ripartire da zero. Più facile invece la prospettiva del distacco dalla Scozia e dell’Irlanda del nord che si unirebbero con l’Irlanda che fa già parte dell’UE. Di qui il passaggio dalla Gran Bretagna alla Piccola Inghilterra. Probabilmente, non sarebbe del tutto indolore anzi si potrebbe aprire un conflitto tra l’Inghilterra e i paesi che decideranno di lasciare la Gran Bretagna con ripercussioni sia in campo politico che economico.

Luglio 2024

Avv. Eugenio Oropallo

LA GRAN BRETAGNA RISCHIA DI TRASFORMARSI NELLA PICCOLA INGHILTERRA

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