LA CONTROMOSSA DI PUTIN
C’era da aspettarselo, visto che l’UE ha deciso di allinearsi alle scelte politiche degli USA e della NATO, invece di intervenire con fermezza in questa vicenda essendo l’unica titolata a mettere fine a questa “strana” guerra dietro la quale nasconde si nasconde la longa manus della NATO che tende ormai ad avere una dimensione mondiale. Brutta faccenda perché la NATO ha tutto l’interesse a mantenere accesi focolai di guerra per poter legittimare la sua stessa esistenza. Certo, la situazione che si sta evolvendo lascia poche speranze su una rapida cessazione del conflitto e d’altra parte si comincia a mettere in giro la storiella dell’uso di armi chimiche da parte della Russia che possa giustificare un intervento della Nato nel conflitto in Ucraina. Ma le scelte dell’UE e le sanzioni che ha preso nei confronti della Russia hanno prodotto anche un contraccolpo da parte della Russia che non accetterà più dollari o euro dai “Paesi ostili” per le forniture del proprio gas: l’unica valuta accettata sarà il rublo. Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin, sottolineando che il congelamento degli assetti effettuato con le sanzioni ha distrutto la fiducia di Mosca. “La richiesta di pagamento in rubli ha fatto salire il prezzo del gas di 15 euro/MWh”, ha fatto sapere il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, nel suo intervento in aula al Senato. Mentre la Germania bolla la decisione di Mosca come una “violazione del contratto”. Questa richiesta “costituisce una violazione del contratto”, ha detto il ministro dell’economia Robert Habeck in una conferenza stampa a Berlino. Così a farne le spese sono soprattutto quei paesi, come il nostro, e la Germania che dipendono per gli approvvigionamenti di gas in larga parte dalla Russia. Certo, come ha dichiarato il nostro presidente del Consiglio si può far ritorno al carbon fossile, mandando all’aria però la prospettiva di abbassare la soglia dell’inquinamento. Per fortuna, Putin ha aggiunto che continueranno ad essere rispettati i contratti di fornitura in corso, modificando solo le modalità di pagamento. Fa presto il presidente Biden a bloccare le importazioni del gas e del petrolio dalla Russia, tanto gli USA sono paesi fornitori e poi ci sono sempre i paesi arabi ad offrire il loro prodotto, ovviamente a prezzi più alti. Non è un caso che per mesi prima Trump e poi Biden hanno sperato che fosse bloccato il nuovo oleodotto Nord Stream 2 e la prima mossa dei tedeschi è stata proprio quella di bloccarne il funzionamento malgrado i miliardi di euro spesi per assicurarsi il gas russo per far funzionare il proprio sistema industriale. I costi di questa sporca guerra stanno provocando una seria crisi finanziaria per molti paesi dell’UE che si trovano sempre più in difficoltà ad aumentare le sanzioni contro la Russia. Fino a quando avverrà ciò? E cosa fare per far cessare la guerra? Secondo la prospettiva lanciata dagli USA e dalla NATO è difficile che essa possa finire se si continua ad aumentare le forniture belliche all’Ucraina tanto finché c’è guerra, c’è speranza di lauti guadagni per l’industria bellica, per trasformare in macerie tutta l’Ucraina, grazie anche alle scelte scellerate del suo presidente.
Marzo 2022
(Avv. E. Oropallo)