LA COMMISSIONE EUROPEA DICE SI’ ALLA FUSIONE TRA FCA E PSA
Malgrado la pandemia, Parlamento e Commissione Europea collaborano per accelerare la ripresa economica, lavorando per una serie di riforme che dovrebbero andare nella direzione di una sempre maggiore autonomia decisionale dell’UE rispetto ai paesi membri. Lunedì 21 dicembre la Commissione Europea ha approvato l’accordo di fusione tra il gruppo italo-americano Fiat Chrysler (FCA) e il gruppo francese Peugeot-Citroen (PSA). L’accordo del valore di 38 miliardi di euro, dovrebbe dare origine ad un nuovo gruppo Stellantis, che rappresenta il quarto gruppo automobilistico a livello mondiale in termini produttivi.
La Commissione ha annunciato di aver approvato l’accordo dopo aver verificato che non si creassero condizioni di monopolio. L’accordo prevede che la nuova società faciliti l’ingresso e l’espansione nel mercato mondiale dei produttori di piccoli veicoli commerciali. Inoltre, essa consentirà ai concorrenti di poter utilizzare le officine del gruppo per la riparazione e la manutenzione di auto e veicoli commerciali.
Una operazione certamente a favore dell’industria automobilistica europea in un periodo in cui la crisi economica aumenta il rischio della concorrenza in un settore come quello delle automobili che gioca un ruolo importante nell’economia mondiale, anche per gli investimenti alla ricerca che creano ulteriore ricchezza. Ovviamente, c’è da considerare che il trasporto su strada, commerciale o no, può avere un futuro solo se diminuirà l’impatto sull’inquinamento ed in questa direzione muove la ricerca di carburanti non inquinanti. La fusione potrà contare su 400 mila dipendenti per una produzione di otto milioni di veicoli all’anno senza, però, conseguenze per l’occupazione operaia che con la pandemia ha visto perdere milioni di posti di lavoro in tutta l’Europa. Ripresa dunque sì, ma non ai danni della classe operaia che ha in questo anno sofferto ed accettato i sacrifici richiesti, per cui è necessario che lo sviluppo industriale post-pandemia non venga a peggiorare le condizioni di vita della classe operaia, ricordando che bisogna anche sostenere quelle fasce di lavoratori senza garanzia che non hanno potuto neppure godere di quelle forme di sostegno previste per i lavoratori a tempo pieno. Sarà compito delle associazioni sindacali, sia italiane che europee, controllare che effettivamente questa operazione non serva a scaricare la crisi sulle spalle della classe operaia.
28/12/2020