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IL VOTO RUBATO

Incurante del voto espresso dalla maggioranza dei francesi nelle elezioni di luglio, il Presidente Macron, stravolgendo ogni correttezza istituzionale, ha nominato capo del governo Michel Barnier che il primo ottobre si presenterà in Parlamento a illustrare il programma di politica generale.

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Più di centomila manifestanti di sinistra sono scesi in piazza in tutta la Francia per protestare contro la nomina di Barnier, ex-Ministro degli Esteri. Il blocco della sinistra ha richiesto la destituzione del Presidente in carica per il rifiuto di nominare Primo Ministro Lucie Castets indicata dal Noveau Front Populaire che è risultato vincitore alle elezioni legislative di luglio scorso. La procedura è stata avviata per denunciare la “deriva autoritaria senza precedenti” di Macron.

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La mozione, per essere approvata, avrebbe bisogno di due terzi dei voti del Parlamento. “Barnier non ha futuro“, ha detto Jean-Luc Mélenchon a Marsiglia. Il suo destino è quello di essere sconfitto dall’Assemblea Nazionale. Sempre il leader della sinistra alla manifestazione di Parigi ha ricordato che “la democrazia non è solo l’arte di accettare di aver vinto ma anche l’umiltà di aver perso“.

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Il potenziale impeachment di Emmanuel Macron dovrà ora essere esaminato dalla Commissione giuridica dell’Assemblea prima di essere sottoposto al voto dell’intero Parlamento. Senza l’appoggio della destra che ha definito la mossa della sinistra come ‘sinistra commedia’, è quasi certo che la mozione di sfiducia non passi. Tuttavia i deputati LFI hanno accettato il voto come “una necessaria risposta parlamentare“.

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L’ex Primo Ministro Gabriel Attal, ora leader del gruppo di deputati del Partito Presidenziale, ha definito “questa mozione una dichiarazione di guerra alle nostre istituzioni“, dimenticando che a farsi beffa delle istituzioni è stato proprio il Presidente Macron. Che cosa avverrà in caso di rigetto della mozione di sfiducia è difficile dirlo. È probabile che la situazione possa precipitare se la sinistra unita scenderà in piazza per manifestare contro questo broglio usato dal Macron potendo creare anche una deriva autoritaria senza precedenti.

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Il leader della sinistra populista Melenchon ha giurato che “non ci sarà alcuna pausa” invitando i propri sostenitori a prepararsi alla battaglia che sicuramente si riaccenderà dopo che il premier designato da Macron verrà in Parlamento a presentare la sua squadra di governo.

Settembre 2024

Avv. Eugenio Oropallo

IL VOTO RUBATO

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