IL DESTINO DELLA NATO
E’ passato più di mezzo secolo dalla nascita della NATO, Alleanza militare che aveva come obiettivo di preservare la pace in un’Europa che usciva lacerata dal secondo conflitto mondiale. Gli interessi geo-politici degli USA hanno sempre condizionato le scelte politiche e militari dell’Alleanza, che di fatto è stato lo strumento di cui si sono sempre serviti gli Stati Uniti per la loro politica di grande potenza. Per l’Europa, comunque, l’Alleanza militare è servita a dare sicurezza nei rapporti con l’altro vincitore del conflitto mondiale, l’URSS che, d’accordo con gli altri paesi vincitori, ha potuto estendere il suo dominio economico, politico e militare su una larga parte dell’Europa orientale. Dalla sua parte, gli USA, anche se con mezzi diversi, si assicuravano il controllo dell’Europa occidentale, provvedendo alla sua rinascita attraverso gli aiuti economici che faceva arrivare in Europa. All’inizio degli anni 50 si chiariva il quadro geo-politico che è rimasto stabile fino alla caduta del muro di Berlino. E’ stato l’equilibrio del terrore che ha consentito alle due massime potenze mondiali, forti del loro arsenale atomico, di dettar legge in un continente spaccato in due parti. Churchill parlò di “cortina di ferro” che Stalin aveva innalzato al centro dell’Europa, dimenticando che tutto ciò era avvenuto con l’accordo dei paesi occidentali e soprattutto degli USA. Non a caso, nella crisi di Berlino, quando il governo della DDR per bocca di Ulbricht decise di alzare un muro che divise in due parti la città di Berlino, pur denunciando l’URSS di aver violato i patti sottoscritti, nessun paese intervenne per difendere la libertà dei berlinesi. Bisognava attendere più di un quarto di secolo prima che Berlino fosse riconsegnata ai berlinesi. Attualmente, dopo i contrasti verificatisi nel corso degli anni, gli USA hanno sempre più utilizzato l’Alleanza per svolgere il loro ruolo di grande potenza senza impegnarsi in prima persona, suscitando molto spesso le critiche degli alleati europei. Non a caso, nel corso di una riunione dei capi di Stato dei paesi aderenti all’Alleanza, il Presidente Macron, ha recentemente parlato di “morte cerebrale” dell’Alleanza, denunciando il ruolo di supremazia che ha preteso di avere il governo USA e soprattutto l’attuale suo presidente. Recentemente, sulle pagine della rivista “Affari Internazionali” ci si è interrogati quale possa essere il ruolo della NATO nel 2020 e nei prossimi anni. Bisogna ricordare che, in uno degli ultimi incontri, il presidente Trump innanzitutto ha richiesto agli alleati europei l’impegno di spendere almeno il 2% del PIL per la difesa entro il 2024, minacciando in caso contrario di non garantire più la loro sicurezza. Va ricordato che oggi la Cina sta minacciando la supremazia economica-industriale degli USA per cui l’obiettivo di Trump è quello di fermare la penetrazione economica e tecnologica della Cina nel mondo e soprattutto in Europa, che rappresenta il maggior mercato mondiale. Ma i risultati fino ad oggi sono scarsi: lo stesso governo inglese oggi guidato da Boris Johnson, ha fatto capire che intende mantenere la porta aperta ai rapporti commerciali con la Cina e neppure è disposta a fare favori alla Russia di Putin. D’altra parte, finché non saranno chiuse le porte con l’UE, lo scenario non è ancora certo. Anche se la Germania sembra essere l’alleato europeo più vicino ai piani di Trump, c’è da aggiungere che sta lavorando – insieme alla Francia di Macron e alla stessa Gran Bretagna – per dotarsi di una struttura difensiva autonoma rispetto alla Nato – anche se, a parole, dichiara che si tratta di una decisione che non intacca il ruolo della NATO. Fatto sta che Trump sta perseguendo senza equivoci una politica che tende soprattutto a discutere il ruolo preminente che sempre più l’UE sta acquistando a livello mondiale, a partire dal mercato finanziario per cui in prospettiva il vero nemico dell’UE non sarà certo la Cina quanto proprio gli USA. Di conseguenza, i più decisi sostenitori della NATO risultano essere i paesi centro-europei e Balcani occidentali che hanno sperimentato per decenni il dominio sovietico. Paesi come la Polonia e l’Ungheria che son quelli che oggi più si oppongono alla politica dell’UE di coesione di tutti i paesi aderenti, continuando a perseguire una politica nazionalista e refrattari all’applicazione dei Trattati che hanno sottoscritto. Per ritornare al destino della NATO, alla conferenza che si è tenuta a Monaco recentemente, mentre il Segretario USA si preoccupava di rassicurare gli alleati che gli USA non hanno interesse ad una politica “America First” a scapito degli alleati, il suo collega alla sicurezza ha ribadito che la minaccia alla sicurezza mondiale veniva proprio dalla Cina per cui, sulla vicenda “Huawei”una diversa posizione dell’Europa potrebbe mettere in discussione l’alleanza militare. Un fronte questo che trova la convergenza anche del partito democratico che per bocca dello speaker del Congresso americano, Nancy Pelosi, ha sferrato un attacco contro la Cina avvertendo gli europei “che dovranno scegliere da che parte stare”. Mentre il responsabile della sicurezza Esper ha concluso il suo discorso accusando la Cina di adottare una “strategia nefasta” attraverso Huawei, affermando che gli USA sarebbero pronti anche ad alternative militari. In un’intervista, rilasciata al quotidiano “La Repubblica”, il politologo Iann Bremmer spiega che Huawei è diventata per gli USA una questione cruciale nei rapporti con l’Europa, parlando di una “guerra fredda tecnologica”. Anzi, ha dichiarato il politologo, che “se il coronavirus dovesse avere conseguenze da compromettere l’economia americana, Trump potrebbe reagire molto duramente”. E’ per questo che i rapporti tra USA e Europa sono ad un passo da una crisi più profonda perché se tale politica, come sembra, non viene più condivisa dall’Europa ed in particolare dall’UE, ebbene il destino della NATO appare segnato, sempre che l’UE non intende rinunziare ad una sua autonomia politica a scala mondiale che potrebbe, nel caso in cui Trump non venga riconfermato alla Casa Bianca, restituire all’Europa il suo ruolo di protagonista della storia.
25.2.2020