GRAVE “INFORTUNIO” DEL MINISTRO BONAFEDE IN TV
Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede è finito al centro delle polemiche per una frase pronunciata a “Porta a porta”: “Quando del reato non si riesce a dimostrare il dolo e quindi diventa un reato colposo, ha termini di prescrizione molto più bassi”. Una frase che, per stessa ammissione del ministro, è giuridicamente scorretta. “L’obiettivo – ha ripreso il ministro – era evidentemente quello di spiegare in maniera semplice ai cittadini le conseguenze (sulla prescrizione) della configurazione di una condotta in termini colposi o dolosi…”. Malgrado la giustificazione, l’Agenzia Ansa riferisce che l’Organismo Congressuale Forense ha scritto al premier Conte, affinché “richiami” il ministro Bonafede, “per riequilibrare le necessarie interlocuzioni con l’Organismo e per ripristinare una doverosa e corretta informazione proveniente dagli organi di Governo”. Come riporta l’Ansa, Giovanni Malinconico, coordinatore dell’OCF (Organismo Congressuale Forense), ha dichiarato: “L’ultima esternazione di Bonafede è avvenuta in diretta televisiva quando ha spiegato, testualmente, che ‘i reati dolosi non sempre sono facilmente dimostrabili e quindi diventano colposi, con una conseguente riduzione dei tempi della prescrizione’: una frase incredibile”. Per Malinconico, la frase “suscita moltissime perplessità” e vi “si potrebbe soprassedere, se in gioco non ci fossero i diritti fondamentali dei cittadini e secoli di civiltà giuridica”. Ancora più dura la reazione del Questore della Camera Edmondo Cirielli (Fdi), che secondo quanto riferisce l’Ansa ha affermato: “Bonafede si dimetta, non è adeguato a fare il ministro”. Per il parlamentare di Fdi si tratta di “parole sconcertanti e frasi sconclusionate ” che “dimostrano la sua totale ignoranza giuridica e inadeguatezza nel delicatissimo ruolo ministeriale”. “Appoggio pienamente – ha aggiunto Cirielli – la posizione assunta dall’Organismo Congressuale Forense, che ha chiesto un intervento ad horas del premier Conte, e sostengo convintamente le richieste di dimissioni giunte, tra gli altri, dai Consigli degli Ordini degli Avvocati di Cagliari, Napoli e Palermo”. Cirielli, come riporta l’Ansa, ha così concluso la sua invettiva: “Con le sue parole Bonafede dimostra, ancora una volta, una tale ignoranza giuridica inaccettabile per un ministro della Repubblica, soprattutto per quello di Grazia e Giustizia, che, peraltro, compromettono la credibilità delle istituzioni, in quanto portano giustamente i cittadini e gli operatori del diritto ad immaginare che le riforme importantissime che si stanno per approvare, al di là del merito, vengano decise da chi è completamente all’oscuro delle più elementari nozioni giuridiche. Acclarata la sua incompetenza, Bonafede non può più continuare a ricoprire il ruolo di Guardasigilli. Se avesse un minimo di dignità istituzionale si dimetterebbe per la vergogna”. Non abbiamo dubbi sulla gravità delle affermazioni del ministro per cui le sue dimissioni sarebbero più che motivate. Ma, in questa tormentata fase politica, temiamo che il singolo episodio venga presto archiviato. D’altra parte, anche nel passato governo più di un membro del governo ha fatto sfoggio della sua totale ignoranza e della sua rozzezza. D’altra parte, più che la vergogna, che pure potrebbe essere una motivazione valida, parlerei di coraggio e questo, come diceva il nostro Manzoni, “ma se uno non ce l’ha mica se lo può dare”. Tranquillo, dunque, il ministro che nessuno gli toglierà la poltrona ma siamo sempre meno tranquilli noi, che lavoriamo a contatto quotidianamente con il sistema giudiziario, a dover fare i conti anche con la documentata e riconosciuta incompetenza del ministro
Fonte: notizie.virgilio.it
17.12.2019