GIOCHI DI POTERE
Dopo la nomina del Presidente della Commissione Europea, la Presidente ha presentato la sua squadra che guiderà nei prossimi anni. Il posto occupato dalla Mogherini, quello di Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell’UE, è passato allo spagnolo Josep Borrell, politico ed economista spagnolo, già ministro nei governi del socialista Gonzàlez ed eletto nel 2004 Presidente del Parlamento Europeo. La nomina è stata salutata trionfalmente anche dal premier spagnolo Pedro Sánchez anche a tener conto delle competenze e del potere della carica. Ma la realtà è ben diversa, come scrive il corrispondente da Bruxelles de “La Repubblica” del 23.9. In effetti, la presidente della Commissione non solo “ha nominato il Ppe Dombrovskis come terzo vicepresidente esecutivo, ponendolo al di sopra di Borrell”, ma gli ha anche affidato la direzione dell’Unità FP15, “acronimo di Foreign Policy Instruments 5,..preposta allo studio e alla messa in opera delle sanzioni e anche delle contro-sanzioni”. Come spiega il giornalista, “è l’unico strumento deterrente di cui disponga l’UE in politica estera, non potendo contare su proprie forze militari”. “Ma il risultato è – aggiunge–che se Borrell vorrà proporre sanzioni contro un Paese terzo, dovrà chiedere permesso al lettone e gli spagnoli non saranno contenti”.
E’ vero quanto scrive il quotidiano ma certe decisioni vanno valutate anche in prospettiva. In realtà, il nuovo Presidente della Commissione – probabilmente – con la nomina di Dombrovskis come terzo vice-presidente esecutivo, che va ad affiancare l’altro vice-presidente esecutivo, il socialista Timmermans e la radicale Margrethe Vestager cerca di costruire un equilibrio che possa rafforzare il potere della Commissione. Vedremo se queste manovre possano creare un conflitto all’interno della Commissione: è troppo presto per dirlo, anche se la Presidente ha indicato con chiarezza le competenze dei singoli commissari, per cui è evidente che bisognerà valutarla alla prova dei fatti.
Settembre 2019