ENNESIMO RICHIAMO DEL CONSIGLIO D’EUROPA ALL’ITALIA PER LE VIOLAZIONI DEI DIRITTI UMANI
Vi sono ambiti nei quali l’Italia arranca e non rispetta gli obblighi internazionali in materia di diritti umani. Lo conferma il rapporto presentato dalla Commissaria per i Diritti Umani del Consiglio d’Europa Dunja Mijatovic il 14/12/2023 a seguito della visita svolta in Italia nello scorso giugno. La Commissaria ha chiesto che in materia di immigrazione l’Italia faccia di più non solo nell’attività di ricerca e soccorso, ma anche nell’accoglienza e, soprattutto, deve abrogare le norme che ostacolano le operazioni di salvataggio compiute dalle ONG. Ha lanciato inoltre l’allarme per le attività di cooperazione con la Libia, avendo accertato la continua e grave violazione dei diritti umani da parte di quel paese. Nel suo rapporto la Commissaria critica anche il protocollo sottoscritto dall’Italia con l’Albania che non offre “adeguate garanzie per i diritti umani“. Preoccupa, aggiunge la Commissaria, “l’introduzione di un regime extraterritoriale ad hoc per le procedure di asilo caratterizzato da molte ambiguità giuridiche” così come una forma di detenzione extraterritoriale che mette a rischio il rispetto dei diritti fondamentali. Come si vede il governo Meloni continua ad andare contro corrente.
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Ma non è solo la questione dei migranti a destare allarme. La violenza contro le donne continua ad essere troppo diffusa per cui è necessario che si rafforzino i servizi di supporto alle vittime di violenze di genere. Sul fronte familiare, la Commissaria ha stigmatizzato l’adozione di una direttiva del Ministro degli Interni emessa nel 2023 che sostanzialmente chiede agli uffici anagrafe dei Comuni di non trascrivere gli atti di nascita dei bambini nati da un solo genitore biologico.
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Altro settore che preoccupa è la tutela della libertà di stampa in quanto l’Italia continua a non rispettare gli obblighi stabiliti dalla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, mentre il Parlamento non ha dato seguito alla sentenza della Corte costituzionale italiana sulle modifiche alla normativa in materia di diffamazione.
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L’Italia resta uno dei pochi Paesi a non avere istituito una struttura indipendente per controllare le violazioni per i diritti umani, in linea con i Principi di Parigi. Malgrado le numerose promesse, i disegni di legge non sono mai andati oltre la discussione all’interno delle commissioni parlamentari, mentre per il rispetto e la salvaguardia dei diritti umani è necessario creare delle strutture indipendenti da quelle statali che si prefiggono non solo di favorire e sviluppare la cultura dei diritti umani, ma di prevenire anche la loro violazione.
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Fino alla fine degli anni ’80, in caso di violazione di un diritto, interveniva la struttura giudiziaria per punire i colpevoli e indennizzare le vittime. Oggi questo non basta tenuto conto della diffusione del fenomeno, ma ancora una volta l’Italia è in ritardo nella istituzione di una struttura indipendente. Va comunque precisato che organismi di questo tipo difettano nella maggior parte dei paesi europei.
Aprile 2024
ENNESIMO RICHIAMO DEL CONSIGLIO D’EUROPA ALL’ITALIA PER LE VIOLAZIONI DEI DIRITTI UMANI