CONTINUA LA PROTESTA IN BULGARIA CONTRO IL GOVERNO
E’ più di un mese che i cittadini bulgari sono scesi in piazza per protestare contro l’assetto istituzionale del paese. Si aspettavano le dimissioni del primo ministro Boyko Borissov che però, in un discorso televisivo di venerdì 14 agosto, ha dichiarato di voler procedere ad una modifica della Costituzione. In effetti la situazione ha subito un grave peggioramento in questi ultimi tempi per quel che concerne l’indipendenza della magistratura per cui tra i molti fattori che concorrono a tenere alta la tensione, è l’errato assetto costituzionale e istituzionale del sistema giudiziario in quanto la Costituzione repubblicana del 1991 ha adottato un modello giudiziario che conserva tracce del periodo totalitario con falle che ostacolano la indipendenza della magistratura riconosciute anche dalla Corte europea dei diritti dell’uomo nel caso Kolevi c. Bulgaria del 2009. Nella sua decisione la Corte ha osservato che, come risulta dalla struttura gerarchica del sistema delle procure, il Procuratore generale “ha il pieno controllo su qualsiasi indagine in corso nel paese”. Ciò significa che egli può respingere o chiudere una potenziale indagine nei suoi stessi confronti. Queste falle, combinate con la rigida gerarchia e l’accentramento della Procura, ne fanno l’unico alto funzionario che gode di totale immunità e privilegi. E nello stesso tempo rende l’ufficio, e il suo titolare, diretti partecipi della vita politica del paese, creando dunque un terreno fertile a fornire alla Procura uno strumento per l’esercizio di pressioni indebite nella vita politica del paese, minacciando seriamente e talvolta compromettendo direttamente i pilastri della società democratica. Nel mese di dicembre, il Presidente della Repubblica Rumen Radev avviava una serie di consultazioni sulla necessità di una riforma costituzionale, atta a sanare i difetti organizzativi della giustizia, tra i quali troviamo questioni chiave come i poteri e la responsabilità del PG ma qualunque richiesta di riforma in tal senso ha finora ottenuto risposte a dir poco molto critiche da parte dello stesso PG ma anche della classe politica e di governo che hanno accusato il Capo dello Stato di voler tentare un vero e proprio colpo di Stato.
E’ proprio per questi motivi che le proteste a Sofia e in altre città della Bulgaria stanno proseguendo da circa 37 giorni per cui i manifestanti hanno chiesto al Capo del governo e al Procuratore-capo del paese di dimettersi per il grave indebolimento delle istituzioni statali. Borissov ha detto due settimane fa di essere pronto a dimettersi ma poi ha cambiato idea sostenendo che il partner della coalizione di governo ha chiesto di restare in carica fino alla fine del mandato che scade nella primavera prossima. E questo ovviamente gli farebbe guadagnare tempo. Nel frattempo a Bruxelles 57 eurodeputati hanno chiesto che al Parlamento europeo si svolga con urgenza un dibattito sulla crisi istituzionale in Bulgaria in quanto la situazione è estremamente delicata sia per le questioni relative allo stato di diritto sia in vista di una futura adesione all’Euro.
20/8/2020
Continua la protesta in Bulgaria contro il governo