CACCIA ALL’UOMO
Ieri gli immigrati, oggi i rom e domani? In pochi giorni il neo-ministro degli Interni ci ha dato modo di conoscere quale sia il piano di azione che intende portare avanti nei prossimi mesi. Oggi – secondo notizie di stampa – si starebbe preparando a “stanare” i rom dai loro nascondigli, annunciando di voler fare un censimento con espulsione degli stranieri irregolari, “lasciando in Italia, purtroppo, i rom italiani”- aggiunge piccato il ministro, che si sarebbe volentieri liberato anche di questi intrusi, malgrado si tratti di cittadini italiani a tutti gli effetti. Dura replica dell’Associazione Nomadi che ricorda come non sia consentito dalla legge un censimento su base etnica. Risposta definitiva disarmante dal segretario reggente del PD che non nasconde la sua preoccupazione per questo ennesimo giro di vite che costituisce un vero attacco ai diritti civili. Questo è solo un episodio, purtroppo, non isolato, che fa parte di un programma ben più vasto di controllo sociale e di riduzione dell’area delle libertà civili. Non facciamoci illusioni: se non si costruisce un argine a questa politica, se non poniamo in essere una serie di iniziative a difesa dei diritti di libertà costituzionalmente garantiti, sarà posta in discussione anche l’appartenenza del nostro paese all’UE o, quantomeno, l’Italia sarà declassata ancora di più raggiungendo i paesi del gruppo Visegrad. Sono puntualmente arrivate le prime critiche dell’UE. Moscovici parla di dichiarazione raggelante ricordando che la Commissione EU ha il potere di intervenire a difesa di regole comuni che vanno rispettate da tutti mentre il portavoce della Commissione europea ha chiarito che “non si può espellere un cittadino sulla base della sua etnia. E’ super chiaro – ha aggiunto- che non è legale”. Ricordiamoci che i miti di cui si vanta questo nuovo corso politico fanno presto a ritornare alla luce: ne è conferma l’episodio della strada di Roma intitolata ad Almirante, ex segretario del MSI e sostenitore convinto delle teorie fasciste sulla razza. Non ci sorprende il silenzio del gruppo di maggioranza del governo alle prese con una nuova inchiesta giudiziaria e neppure quello di un Presidente del Consiglio, patetica figura in questo psico-dramma politico, che non mostra alcun segnale di indipendenza dai suoi tutori politici.
Giugno 2018
Avv. E. Oropallo