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BLU, LE MILLE “BALLE” BLU…

Questo il ritornello di un vecchio successo di Mina degli anni ‘70 riadattato alle vicende politiche odierne.

Purtroppo, la politica non è più argomento di dibattiti parlamentari, certamente fumosi, ma che non lasciavano niente all’improvvisazione. E comunque legava i leader politici alle dichiarazioni assunte difronte agli organi parlamentari.

Oggi, nulla più resiste all’uragano prodotto dalla recente coalizione politica. Ormai, la politica non è più affare del Parlamento ridotto ad approvare per acclamazione le decisioni del Governo. Mai come in questi giorni – scrive “La Repubblica” a firma di Lavinia Rivara “lo strumento principe della propaganda politica è diventato Internet…una terza Camera della Repubblica che ha soppiantato anche Porta a Porta”.

Il nostro Salvini ormai spopola sulla rete, affronta a suon di messaggi la sua battaglia politica, ovviamente imitato dalla componente politica dell’altro ramo del governo e dal Presidente Conte che, difronte ad una aperta sconfessione da parte della minoranza di governo, twittando con il Salvini, ci tiene sulla graticola, rinviando la presunta resa dei conti a domani, mentre tutto intorno sta crollando miseramente l’alleanza di governo. Certo con notevole disappunto del nostro premier che aveva già sognato di restare in quel posto per tutta la legislatura.

Che cosa spera di fare oggi il prof. Conte? Di riprovare ancora una volta la via della conciliazione? Possibile che questa farsa venga ancora una volta archiviata con una pacca sulle spalle e con il sorriso sulle labbra? Forse ma non certo: in effetti, non si può dare niente per scontato in questa girandola di messaggi e pizzini. Ritorna all’attacco anche l’altro Matteo che, nonostante vi sia un segretario in carica, lancia proposte alla sponda del M5S. E questo anche fa parte della crisi politica a cui stiamo assistendo da mesi. Il PD ancora una volta evidenzia la propria debolezza e le proprie divisioni interne difronte ad un’ipotesi ventilata di una partecipazione ad un governo formato da M5S e PD. C’è stato bisogno ancora una volta di chiamare in causa Prodi, padre nobile di questo PD, per tentare di ricomporre una falsa unità del partito.

Comunque andranno le cose, restano fuori da ogni dibattito i veri problemi di questo paese. Innanzitutto, malgrado ormai da mesi si sia messo in discussione la costituzionalità del nuovo decreto Sicurezza Bis, il Presidente della Repubblica ha promulgato la legge anti-ONG, voluta fortemente dal Vice-Presidente Matteo Salvini, pur accompagnando la promulgazione della norma con una lettera ai presidenti dei due rami del Parlamento e al premier Conte nella quale chiede una parziale riscrittura della normativa.

A fare le spese di questa ultima manovra sono state le ONG, come confermano in questi giorni le vicende di due navi, cariche di migranti raccolti nel Canale di Sicilia e costrette a fermarsi al largo del porto di Lampedusa, malgrado il TAR del Lazio abbia già autorizzato una di esse di entrare in porto, sospendendo il divieto imposto da Salvini. Di questo ed altro ci occuperemo nei prossimi giorni evidenziando la debolezza di questo nostro sistema politico che di fatto si rende complice di gravi violazioni della legge del mare prima ancora delle norme internazionali e comunitarie che valgono anche per l’Italia.

Ma c’è dell’altro di cui vogliamo occuparci a partire dalle prime conseguenze di questa crisi di governo che sta bloccando ogni misura avviata a difesa del posto di lavoro (v. caso Wirlphool) e la ripresa delle grandi opere pubbliche, a partire dalla vicenda TAV. Senza dimenticare, prima di tutto, l’inchiesta “Russia-gate” avviata dalla Procura della Repubblica nei confronti di alcuni collaboratori di Salvini sulla quale il vice primo ministro ha rifiutato di rispondere alle aule parlamentari, lasciando che a prendere la parola al suo posto fosse il premier al quale però non ha offerto neppure elementi che chiarissero la sua posizione. Anzi, come sospetta più di un commentatore, la crisi è esplosa proprio perché Salvini cominciava ad aver paura delle possibili conseguenze di questa inchiesta.

Ma la boria del Salvini non si ferma qui: criticata, da ampia parte della stessa coalizione, è la vicenda del figlio che è andato a spasso sul mare utilizzando una moto d’acqua della Polizia di Stato mentre Salvini padre reagiva con vaghe minacce al giornalista che stava indagando su questo ennesimo episodio di malcostume politico. Il ministro Costa ha parlato apertamente di “reato” senza che nessuno lo smentisse. E per finire, desta notevole turbamento la gestione dell’omicidio di un carabiniere accoltellato in una strada di Roma da un giovane americano. Vicenda giudiziaria che presenta fin dall’inizio notevoli dubbi, soprattutto per la fretta con cui gli alti vertici hanno inteso liquidare la vicenda, senza che siano state accertate ancora dalla magistratura precise responsabilità anche da parte di chi rappresentava la legge.

Purtroppo, per chi ci segue su Facebook c’è da dire che alcuni di questi argomenti non potranno essere pubblicati per mancanza di spazio ma chi volesse saperne di più potrebbe venire nei prossimi giorni a leggerci su www.dirittoineuropa.eu nella sezione “Politica ed Economia”.

A presto risentirci.

Agosto 2019

(Avv. E. Oropallo)

Blu le mille balle blu..

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