ASSALTO ALLA FORTEZZA EUROPA
Non è un caso se, tra i primi gesti compiuti la nuova amministrazione USA, abbia cercato di instaurare nuove relazioni con l’UE, anche per ribadire il suo ruolo di leadership mondiale revocando i dazi posti da Trump sulle esportazioni dell’UE per una serie di merci che avevano bloccato il commercio tra le due potenze. Ma la mossa di Baiden è andata oltre: venendo incontro ad una richiesta già avanzata dal precedente governo Trump, il Parlamento europeo ha congelato la ratifica dell’accordo bilaterale con la Cina sugli investimenti che è stato sottoscritto alla fine dell’anno scorso. Ancora, la nuova amministrazione ha posto fine ad un contenzioso, che durava da 17 anni, quello tra il gruppo aeronautico Airbus e la Boeing che aveva generato anche una battaglia legale davanti al Tribunale della World Trade Organisation.
L’annuncio è stato dato al summit bilaterale dalla rappresentante di Biden per il Commercio per l’estero e dal Commissario Europeo Valdis Dombrovskis. L’altra faccia della medaglia, quella politica, ha segnato un altro punto a favore di Biden che ha ottenuto l’appoggio dell’UE nella sua battaglia contro la Cina (e la Russia). Biden ha chiaro che, tenuto conto delle prospettive demografiche, l’unico modo per non soccombere nella competizione con la Cina, è puntare sulla capacità degli USA di tenere salda l’alleanza con l’UE. Insomma, una vera e propria cambiale che Biden ha richiesto all’UE che diventa dunque un alleato prezioso nella gara tra USA e Cina. Ma Laschet – che potrebbe diventare Cancelliere in Germania se la CDU vincesse le elezioni previste per settembre – è stato molto cauto sul futuro. Ha invitato a “non trasformare la Cina in un nuovo nemico”, aggiungendo che le prese di posizione troppo netta sui diritti umani non gli sembrano utili. La Germania – soprattutto per merito della sua Cancelliera – si è sempre tenuta lontana dalle posizioni strategiche assunte dagli USA, volendo perseguire i suoi interessi e mantenere aperte tutte le opzioni ribadendo che il paese, pur confermando l’alleanza con gli USA, ha anche proficui di rapporti economici con la Cina e la Russia. Insomma, se formalmente l’UE ha confermato la sua posizione atlantica – lo ha ribadito anche il nostro presidente del Consiglio Mario Draghi – l’UE tiene ben salda la rotta dell’europeismo che potrebbe anche incrociarsi con gli interessi USA che ha profittato di questo incontro bilaterale per rilanciare anche l’alleanza militare (NATO) anche se l’UE ha lanciato la prospettiva della creazione di un esercito europeo. Prospettiva ribadita anche dal Presidente dell’Europarlamento, proprio per rimarcare la sua posizione indipendente da quella degli USA.
Gli USA in questi mesi stanno “marcando” da vicino l’UE per riaffermare il suo ruolo di paese guida – quello che intende saldamente tenere anche nel futuro prossimo venturo-. La Cina ha reagito ricordando all’UE quali sono gli interessi in gioco sapendo di avere un potere contrattuale sufficiente per evitare che l’Europa si schieri. La partita è ancora aperta, anzi possiamo dire che è solo l’inizio di una nuova fase quella dello scontro commerciale, il cui esito si fa fatica a prevedere.
Se gli USA – ed in parte la Gran Bretagna – mandano le loro navi militari a “sondare” le reazioni della Cina, l’UE non ha alcun interesse a schierarsi al fianco degli USA anche perché eventuali complicazioni sul piano militare metterebbero in crisi tutto il commercio europeo con la Cina e il mercato cinese fa gola all’Europa come quello europeo alla Cina per cui è improbabile che essa seguirebbe il potente alleato atlantico in una politica d’isolamento della Cina, così come ha tentato di fare nei confronti della Russia.
L’obiettivo degli USA è quello di mantenere la sua leadership mondiale ma ciò non può avvenire con il coinvolgimento dell’UE che, anzi, potrebbe essere lo strumento per frenare questa nuova folle corsa verso la creazione di una nuova “cortina di ferro”. Un compito non facile quello dell’UE ma certamente necessario per mantenere la pace su questo pianeta: non abbiamo bisogno di nuovi conflitti se vogliamo salvare il destino della nostra specie. Compito delle future generazioni sarà quello di spegnere ogni conflitto, respingere qualsiasi politica nazionalista e riconoscere i diritti universali di tutti i popoli che abitano questo pianeta assicurando un’era di pace per gli anni a venire. La storia ci insegna che solo una politica che annulli le disuguaglianze sociali, che elimini le discriminazioni economiche e che assicuri i diritti di tutti i popoli potrà garantire un’epoca di pace e di prosperità.
Dunque ancora una volta il nostro grido sarà quello di opporsi alla guerra, combattere ogni forma di nazionalismo, riconoscendo che la solidarietà tra tutti i popoli della terra, il rispetto per le altre specie viventi e la difesa della natura sono i riferimenti salienti della nuova politica internazionale.
Luglio 2021