AL-SISI E LA LEGION D’ONORE
Mentre nel suo incontro a Parigi il Presidente egiziano Al-Sisi riceveva dalle mani di Macron la Legion d’Onore, un’onorificenza concessa a chi soprattutto nel mondo si è distinto per la difesa delle libertà civili o si è distinto per particolari meriti nei confronti della Francia, e non sembra questo proprio il caso di Al-Sisi, al Cairo per l’ennesima volta veniva confermata la custodia cautelare per Patrick Zaki. La decisione di Macron di insignire Al-Sisi di questa onorificenza ha suscitato una pressoché unanime riprovazione e soprattutto indignazione di chi in passato è stato insignito della stessa onorificenza. D’altra parte, lo stesso Macron si sarà reso conto della gravità del suo gesto se – dettaglio non secondario – sono state soprattutto le agenzie di stampa egiziana a divulgare la notizia. Corrado Augias, che era stato insignito della stessa onorificenza negli anni scorsi, ha deciso di restituirla consegnandola nelle mani dell’ambasciatore francese a Roma. La sua protesta ha avuto una forte eco in Francia. Augias ha spiegato di non voler condividere tale onorificenza con un capo di Stato che “si è reso oggettivamente complice di efferati crimini”. “Lo dico – ha aggiunto Augias – per la memoria dello sventurato Giulio Regeni ma anche per la Francia, per l’importanza che quel riconoscimento ancora rappresenta”. Anche la stampa francese ha condiviso questa scelta come il presidente dell’associazione “Reporters sans frontières”. Dopo il suo gesto, Augias ha auspicato che il leader francese voglia davvero fare qualcosa per il caso Regeni. Altri cittadini italiani, che in passato hanno ricevuto questa stessa onorificenza, hanno condiviso questo gesto a partire da Sergio Cofferati che ha ricordato di averla ricevuta nel 2001 “per il mio lavoro nella difesa dei diritti dei bambini e contro lo sfruttamento dei minori”. Anche l’ex deputata Giovanna Melandri rinuncerà alla Legion d’Onore seguita a ruota da Luciana Castellina, fondatrice del gruppo del Manifesto che all’epoca, dopo l’invasione della Cecoslovacchia da parte dell’esercito russo, uscì dal PCI. Castellina scrive che la consegna dell’onorificenza al Presidente egiziano Al-Sisi “costituisce un dolore per chi come me, e come tanti italiani, si sente così legato alla Francia” ricordando che proprio in quei giorni venivano rivelati nuovi dettagli sulle torture inflitte a Regeni. Il gesto di Augias e degli altri italiani che l’hanno imitato, non è rimasto relegato sulle pagine dei giornali. Finalmente, il Parlamento europeo ha votato una risoluzione sulle violazioni dei diritti umani in Egitto chiedendo, per bocca del Presidente del Parlamento Sassoli, “la verità per Giulio Regeni e che i suoi assassini siano assicurati alla giustizia italiana e vogliamo che Patrick Zaki torni libero per abbracciare i suoi cari”.
Nel testo del documento viene esplicitamente denunciato il tentativo delle autorità giudiziarie egiziane di “favorire ed ostacolare i progressi nelle indagini sul rapimento, le torture e l’omicidio di Giulio Regeni”, chiedendo soprattutto “la sospensione dell’esportazione verso l’Egitto di armi e qualsiasi attrezzatura che potrebbe essere usata nella repressione interna”. Non è un mistero che diversi paesi membri dell’UE siano certamente interessati alle forniture di armi all’Egitto, e tra essi primeggiano sia la Francia che l’Italia che hanno in quella parte del Mediterraneo da difendere i propri interessi economici. Vedremo se l’Italia, o meglio questo governo, che fino ad oggi ha mantenuto un incredibile silenzio sulla vicenda, si faccia sentire e sospenda ogni ulteriore fornitura di armi all’Egitto. Forse questo intervento diretto dell’UE, che finora si era tenuta fuori da questa vicenda, potrà servire a liberare il giovane studente egiziano accusato addirittura di spionaggio e soprattutto a riaprire il caso Regeni.
Già è positivo che si sia aperto questo piccolo spiraglio che potrebbe convincere gli Stati membri dell’UE a cambiare politica nei confronti di un alleato che rappresenta la continuità di una politica di repressione nei confronti degli oppositori politici.
21/12/2020
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