IL NAUFRAGIO DI CUTRO E LE RESPONSABILITÀ DELLA POLITICA
L’altra settimana la Procura di Crotone ha chiesto il rinvio a giudizio per quattro ufficiali della Finanza e di due Guardie costiere che dovranno rispondere della morte di 94 naufraghi. Un passaggio quasi scontato dopo l’avviso di conclusione di indagini del luglio scorso che diventa un nuovo motivo di scontro tra governo e magistrati. Matteo Salvini ha dichiarato che certi magistrati dovrebbero pensarci mille volte prima di accusare donne e uomini che rischiano la vita tutti i giorni, esprimendo solidarietà e sostegno ai militari che rischiano il processo per omicidio colposo plurimo e naufragio colposo.
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Fuori dell’inchiesta è rimasto il livello politico. L’ex Comandante Alberto Catone a verbale parla di una Capitaneria di porto restìa a operare salvo in situazioni di conclamato pericolo a causa “dell’approccio dell’allora Ministro dei Trasporti“, Matteo Salvini, figura istituzionale da cui direttamente dipende la Guardia costiera.
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La responsabilità della strage, come quella avvenuta a Cutro, non può essere affrontata solo da un punto di vista giudiziario. Non si può prescindere da quelle che sono state le scelte politiche di questo governo che hanno determinato le condizioni nelle quali si possano poi verificare tragedie come quella di Cutro.
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La vera emergenza è rappresentata da chi non vuole assumersi le proprie responsabilità politiche, e non dal flusso dei migranti. La politica in questo non ha la coscienza pulita. Nel prossimo mese di dicembre il Tribunale di Palermo, nel processo Open Arms, pronuncerà la sentenza nei confronti dell’allora Ministro dei Trasporti Matteo Salvini – imputato per il rifiuto di atti di ufficio (non aver indicato un porto sicuro per lo sbarco dei migranti, nonché di sequestro di persona per aver illegittimamente impedito alla nave spagnola di Open Arms di far sbarcare nel porto di Lampedusa i 147 profughi soccorsi in mare).
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Si tratta di accuse pesanti per cui la Procura della Repubblica di Palermo ha richiesto per l’imputato sei anni di reclusione. Accuse che potrebbero mettere in discussione la carriera politica di Salvini, per cui aspettiamo fiduciosi la decisione del Tribunale.
Novembre 2024
Avv. Eugenio Oropallo