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PROTOCOLLO D’INTESA TRA IL CNF E LA PROCURA EUROPEA

Cari Colleghi,

In una comunicazione inviataci dal CNF ci si informa che è stato sottoscritto un protocollo d’intesa tra CNF e Procura europea (EPPO) che qui vi allego in copia. Può darsi che l’abbiate letto anche voi ma colgo l’occasione per ricordare brevemente come sia nato questo organismo, quali ne siano le competenze, quali gli obiettivi “Per il raggiungimento delle finalità del protocollo – scrive il CNF  – saranno organizzati eventi comuni per informare sulle attività svolte dall’EPPO”.

Già prima del Trattato di riforma di Lisbona, in assenza di un esplicito appiglio normativo, l’idea di una Procura europea per la tutela penale degli interessi finanziari dell’UE nel quadro di uno spazio giudiziario comune aveva suscitato vivaci dibattiti e stimolato importanti ricerche sul piano accademico.

Con il Trattato di riforma del 2009, la creazione di una Procura europea è diventata molto più che una semplice suggestione. L’art. 86 TFUE prevede infatti che «per combattere i reati che ledono gli interessi finanziari dell’Unione, il Consiglio, deliberando mediante regolamenti secondo una procedura legislativa speciale, può istituire una Procura europea a partire da Eurojust”.

Si tratta di una disposizione che, seppur generica e solo programmatica, ha il merito di introdurre il formale riconoscimento di una figura istituzionale, da molti ritenuta indispensabile per un efficace contrasto alle frodi contro il bilancio UE.

L’istituzione della Procura europea avviene nell’anno 2017 (Regolamento 2017/1939 del 12.10.2017) per volontà di alcuni Stati membri con lo scopo di far fronte a quelle frodi internazionali ai danni dell’UE aventi carattere transfrontaliero e rispetto alle quali le procure nazionali non hanno poteri di mediazione sufficientemente rapidi.

Come dicevamo, la Procura è stata istituita su iniziativa di 16 Stati membri, passati oggi a 22, mediante la procedura di cooperazione rafforzata (art. 86 TFUE) che consente ad almeno nove Stati membri di avviare tra loro una cooperazione in un determinato ambito interno alla struttura dell’Unione senza il necessario coinvolgimento degli Stati che non intendono aderirvi.

Si tratta di una Procura sovrannazionale con funzioni di indagini e poteri di azione penale. Tra l’altro la Procura assume le funzioni di Pubblico Ministero davanti agli organi giudiziari competenti nei singoli Stati membri, fino alla pronuncia del provvedimento definitivo. In effetti, si tratta di una super Procura che è competente a indagare su eventuali reati che interessano l’UE e questo può avvenire solo con la collaborazione delle Procure dei singoli Stati, attraverso la costituzione di procuratori nazionali che riceveranno specifica delega dalla Procura europea.

Insomma, siamo difronte per la prima volta ad un’integrazione tra Procure nazionali e Procura europea per tutta una serie di reati.

Questa breve sintesi serve per capire come, anche sul piano giudiziario, v’è sempre una maggiore integrazione tra sistemi giudiziari nazionali e spazio giuridico europeo.

La lunga gestazione di questa iniziativa è avvenuta anche grazie alla collaborazione intervenuta tra UE e categorie professionali, in primis quella dei magistrati, ma in larga parte anche con le nostre associazioni di categoria, in primo luogo con le Camere Penali con un dibattito spesso anche vivace e non è detto che, in questa prima fase di attività (la Procura europea è diventata operativa il 1° giugno scorso), ci sia modo di apportare eventuali modifiche al testo del regolamento aprendo una nuova fase nella storia dell’integrazione europea.

Novembre 2021

protocollo d intesa tra il CNF e la Procura europea

Protocollo di intesa CNF-EPPO

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