L’ICI NON PAGATA DALLA CHIESA VA RECUPERATA DALL’ITALIA
In una serie di cause avviate da una scuola privata laica e dal titolare di un bed & breakfast italiano, innanzi alla Corte di Giustizia, che lamentavano il più favorevole trattamento riservato negli anni passati alla Chiesa Cattolica, esentata dal pagamento dell’ICI, l’Avvocato generale della Corte UE ha chiesto ai giudici di obbligare l’Italia a recuperare il gettito che si è perduto tra il 2006 e il 2011 grazie alle esenzioni poi dichiarate illegittime dalla Commissione. Con la sua richiesta l’Avvocato generale chiede di ribaltare le conclusioni a cui era arrivato il Tribunale UE nel 2016 e le decisioni della Commissione, che avevano aderito all’idea di mettere un velo pietoso sugli sconti generalizzati agli enti ecclesiastici, esclusi dall’obbligo dell’ICI, bocciati dalla Commissione come aiuti illegittimi, perché davano un vantaggio concorrenziale rispetto alle scuole e agli alberghi soggetti all’imposta comunale. Il Tribunale però nel 2016 aveva per la prima volta giudicato appellabili le decisioni della Commissione in base all’art. 263 comma 4 del Trattato sul funzionamento della UE, aprendo la porta al giudizio arrivato ieri alle conclusioni dell’Avvocato generale che giustamente ha ritenuto che i problemi organizzativi di una pubblica amministrazione non sono una ragione sufficiente per non recuperare gli aiuti di Stato illegittimi che vengono a porsi in contrasto con la normativa UE. Richiesta, abbiamo detto, più che legittima in quanto già all’epoca non riuscivamo a capire le motivazioni di questa esclusione dalle scuole ecclesiastiche e delle migliaia di alberghi nei quali arriveranno certo anche pellegrini ma anche aperti ad un pubblico indifferenziato a tariffe che erano in concorrenza con quelle degli alberghi privati, in barba al concetto di eguaglianza difronte alla legge. Senza timore di smentite, è certo che il governo di questo paese, di qualunque colore politico, ha inteso avere un occhio di riguardo per la Chiesa Cattolica, a tutto svantaggio dell’imprenditoria privata soggetta a quell’onere fiscale. Sarà forse questo il momento di un “operoso ravvedimento”? Ne dubitiamo fortemente.
Aprile 2018
Fonte: il Quotidiano del Diritto
Nota a cura avv. E. Oropallo