LA CRISI RUSSO-UCRAINA
Una recente sentenza del Tribunale Internazionale del Mare ha riportato alla ribalta la crisi russo-ucraina che, pur nel silenzio della carta stampata, ha fatto finora migliaia di morti, anche tra la popolazione civile. La Russia deve rilasciare immediatamente i 24 membri delle tre navi ucraine e le stesse imbarcazioni sequestrate dalle autorità russe nello Stretto di Kerch, che collega il Mar Nero con quello di Azov. E’ il Tribunale internazionale del diritto del mare, con sede ad Amburgo, istituito con la Convenzione di Montego Bay sul diritto del mare del 1982, a stabilirlo con ordinanza depositata il 25 maggio. Il Tribunale si è pronunciato, almeno in questa fase cautelare, a favore dell’Ucraina, nella controversia relativa al sequestro di tre navi ucraine (Ucraina contro Federazione Russa). Le navi erano state fermate e sequestrate dalle autorità russe il 25 novembre 2018, mentre si trovavano al largo della Crimea, nei pressi dello stretto di Kerch. La Russia non ha riconosciuto la competenza del Tribunale, ritenendo, inoltre, che l’articolo 298 della Convenzione, il quale consente a uno Stato di non accettare uno o più delle procedure relative a determinate controversie, non potesse essere applicato in quando i fatti riguardavano attività militari di navi di Stato utilizzate per servizi non commerciali e non ha così partecipato alle udienze. Il Tribunale internazionale ha respinto l’obiezione russa chiarendo che l’accertamento non deve essere fatto solo su un aspetto formale e che l’intervento russo sembrava da ascrivere più a un’attività di polizia che a un’azione militare. Accertata la propria giurisdizione prima facie, il Tribunale ha rilevato che ogni violazione dell’immunità di una nave da guerra rischia di provocare gravi conseguenze sulla sovranità di uno Stato, con conseguenze negative sulla sicurezza nazionale. Il Tribunale ha anche ordinato alle parti di astenersi da ogni azione che potrebbe aggravare la controversia, ha chiesto alla Russia la scarcerazione dei 24 membri dell’equipaggio e il loro rientro in Ucraina, nonché il rilascio delle navi. Detto questo, però, i giudici internazionali non hanno ritenuto necessario chiedere alle autorità russe di sospendere i procedimenti penali in corso nei confronti dei 24 marinai che sono ancora sotto tutela del governo russo. Il nuovo Presidente ucraino, V. Zelensky ha invitato la Russia a rispettare l’ordine emesso dal Tribunale. Ha scritto su Facebook che potrebbe essere il primo segnale da parte della leadership russa di voler mettere fine al conflitto.
Fonte: www.marinacastellaneta.it
Giugno 2019