Sì del Senato al reato di tortura
In data 7.3 il Senato ha dato il via libera all’inserimento nell’ordinamento italiano del reato di tortura. La Commissione Giustizia, però, ha ritenuto di modificare il ddl presentato dal relatore Luigi Manconi, connotandolo come un reato comune prevedendo l’aggravante nel caso venga commesso da pubblico ufficiale.
Fortemente critico il giudizio da parte del sen. Manconi, secondo il quale la qualificazione della tortura come reato comune e non proprio, imputabile a qualunque cittadino e non solo ai titolari di funzione pubblica, viene a “devitalizzare” il provvedimento.
Di soluzione pasticciata parla anche l’Unione Camere Penali Italiane. Apprezzata, al contrario, l’innovazione legislativa da parte del Ministro Orlando il quale parla di notevole passo avanti nella garanzia dei diritti fondamentali della persona.
Come ha scritto il sen. Manconi “l’impianto e l’ispirazione complessiva del disegno di legge è depotenziato in misura rilevante nel suo significato come la prospettiva e la finalità di questa normativa”. Ma per il sen. Manconi la critica principale va rivolta alla norma che prevede la tortura come reato comune e non come reato compiuto da un titolare della funzione pubblica, come accade in altri Paesi occidentali.
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