SHOCK GIUDIZIARIO ALLA CORTE D’APPELLO DELL’AQUILA
Il terremoto dell’Aquila del 2009 causò ben 309 vittime. In un condominio di via Campo di Fosse, abitato anche da studenti universitari, furono 24 le vittime di cui 7 studenti.
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La responsabilità del crollo nel giudizio di primo grado che ne seguì fu addebitata ai costruttori della palazzina ma incredibilmente anche alle vittime colpevoli di “incauta condotta”. La Corte di Appello dell’Aquila il mese scorso ha confermato la sentenza di primo grado. C’è poco da restare allibiti di fronte a questa oscenità. Una sentenza arrivata alla fine di un processo durato 15 anni per sentirsi dire che questi giovani sono morti per essersi fidati delle assicurazioni del vicecapo della Protezione Civile Bernardo De Bernardinis. La Corte ha assolto i componenti della Commissione Grandi Rischi che si era riunita all’Aquila il 31 marzo del 2009, cinque giorni prima del sisma, assicurando che la situazione era sotto controllo.
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Le cause di quelle giovani morti sarebbero da ricercare esclusivamente nella decisione assunta dai ragazzi. I familiari delle vittime non solo non avranno alcun risarcimento ma dovranno pagare anche le spese legali, pari ad oltre 14 mila euro. Male avete fatto, ragazzi miei, a credere alle parole di un funzionario dello Stato che aveva assicurato che non vi erano motivi per temere un disastro, come poi è avvenuto.
Non c’è altro da fare se non piangere la perdita di questi giovani, che peserà sulle spalle dei genitori nonché dei loro amici e di quanti altri abbiano un minimo di senso di umanità.
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D’altra parte l’Italia è il paese delle sciagure che vengono prese in considerazione solo dopo che il disastro si è compiuto. Ricordate il Vajont? Migliaia di vittime, interi paesi cancellati e un processo farsa che dimostra come non ci sia giustizia per la gente comune.
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Questa sera appenderò la mia toga di avvocato in segno di protesta contro un sistema che si preoccupa di veder crescere il PIL per arricchire una classe sociale al potere, ma che poco si occupa della sicurezza dei propri cittadini che non vengono tutelati neppure dalla giustizia.
Agosto 2024
Avv. Eugenio Oropallo