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Il documento programmatico di bilancio 2017 all’esame della Commissione UE.

In questa ultima settimana il governo ha approvato il documento programmatico di bilancio per il 2017 che è stato inviato anche a Bruxelles. Da questo momento la Commissione avrà due settimane di tempo per studiare se esso sia conforme alle regole del Patto di stabilità e crescita. La risposta non potrà che essere negativa in quanto il documento presentato dal Governo italiano è fuori dalle regole: in effetti esso è molto peggiorato rispetto al documento della primavera scorsa in quanto il disavanzo sale dall’1,8% di aprile al 2% prevedendosi già un ulteriore aumento dello 0,4% che dovrebbe essere autorizzato in una fase successiva dal Parlamento. Secondo qualche analista economico (Veronica De Romanis www.affarinternazionali.it) “il confronto con l’Europa si preannuncia meno complicato di quanto possa suggerire la mera applicazione”:ottimismo che non trova conferma nelle prime reazioni della Commissione che ha fatto capire che è disposta a non fare più sconti all’Italia, oltre quello che era stato pattuito. E la forbice sembra allargarsi in quanto la Commissione, che aveva concesso un disavanzo fino al 2%, anche a tener conto sia del terremoto che delle spese per l’immigrazione, non sembra disposta a cedere anche se lo sforamento dello 0,4% porterebbe ad un aumento del disavanzo di circa 7,4 miliardi, da cui scorporare la spesa per i migranti e quelle che saranno necessarie a causa del terremoto ma lo stesso commissario Moskovici, sempre disponibile a venir incontro alle richieste del governo italiano, ha dichiarato che tale disavanzo sarebbe sufficiente a far scattare una procedura di infrazione. E questa potrebbe essere l’ipotesi più credibile, anche alla luce delle precedenti concessioni fatte al governo per assicurare una certa governabilità interna. Il 2017 sarà l’anno delle elezioni politiche in Francia e in Germania per cui si può anche pensare che i rispettivi governi non abbiano interesse ad impegnarsi in un ennesimo braccio di ferro con l’Italia all’interno dell’UE anche se l’attore principale di questo scenario resta la Commissione che potrebbe invece rompere ogni indugio e aprire una procedura di infrazione anche per avere maggiori argomenti per portare innanzi alla CdG i paesi del gruppo di Visegrad che si oppongono all’applicazione delle quote previste per l’accoglienza dei migranti. I problemi sul tappeto per i prossimi mesi, senza escludere la trattativa per la Brexit, sono numerosi e complessi per cui è azzardato fare previsioni sia a medio che a lungo termine. Un fatto è certo: se l’UE non deve collassare, ebbene è il momento di far sentire la voce delle istituzioni nei confronti dei paesi membri in quanto la politica dell’UE non è quella dei paesi membri che non possono bloccare il programma sottoscritto solo per problemi di governabilità all’interno dei propri paesi. Questo vale sia per l’Italia come per gli altri paesi che continuano a rifiutare l’assegnazione di quote di immigrati, secondo le decisioni prese dalla Commissione. V’è qualche altro paese UE, come la Svezia, che chiede perché fino ad oggi la Commissione non abbia aperto una procedura di infrazione nei confronti di questi paesi recalcitranti che tra l’altro beneficiano notevolmente dei fondi europei posti a disposizione dei paesi per miglioramenti strutturali. Le esitazioni della Commissione sono un segnale di debolezza politica in quanto si finisce per bloccare qualsiasi iniziativa europea in una realtà oggi che esige, al contrario, il massimo della solidarietà all’interno dell’UE per rispondere alle sfide dei prossimi mesi.

Ottobre 2016

Avv. Eugenio Oropallo

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