CHI SONO I VERI NEMICI DELLA CULTURA
E’ bastato in questo nostro paese che un’assemblea sindacale, regolarmente autorizzata, ad innescare una sequela di polemiche. E’ quanto accaduto qualche giorno fa quando i custodi del Colosseo hanno deciso di tenere un’assemblea per rivendicare il pagamento di arretrati sospendendo il lavoro per qualche ora. Fuoco di fila contro i sindacati “che vogliono prendere in ostaggio la cultura” (cit. Renzi), che si è concluso con un rapido decreto legge che ha dichiarato i beni culturali “servizio pubblico essenziale” per cui da oggi in poi anche in questo settore lo sciopero sarà soggetto a precisi vincoli. E quando l’interruzione è frutto di una sfilata di moda o deciso dal potere esecutivo per dar corso ad un pranzo di gala, chi risponderà della sospensione del servizio? Il fatto è che questo governo sta proseguendo nella direzione di smantellare ogni diritto dei lavoratori a partire dalla legge Fornero, passando per il Jobs Act. Si è parlato di attentato ai beni culturali ma ci si dimentica, come ha scritto La Repubblica di domenica 20 settembre, che il degrado in cui si trovano i beni culturali ed in particolare i musei è frutto della politica di rigore posta in essere da questo governo che segue al malgoverno dei passati che ha consentito nei decenni scorsi la cementificazione delle nostre coste, lo scempio dei grandi siti archeologici – a partire da Agrigento e per finire con Pompei-. Senza dimenticare che in diversi musei i sotterranei sono ricchi di reperti che non possono essere offerti alla “fruizione” dei cittadini per mancanza di fondi. Come scriveva sempre il giornalista di “La Repubblica”, anche all’estero gli scioperi non sono infrequenti: La Tour Eiffel, a Parigi, è rimasta chiusa per tre giorni senza che ciò sollevasse polemiche. Il ministro Franceschini ha fatto sapere che – mentre gli operai scioperavano – egli stava lavorando per sbloccare i fondi previsti per gli straordinari. E allora, siamo prigionieri – scrive sempre La Repubblica – di un pugno di operai che lotta a difesa del salario o di una struttura burocratica che fa passare gli anni per prendere una decisione? Crediamo che questo episodio servisse solo a dare un altro colpo ai diritti dei lavoratori, come denunciato anche dai vertici sindacali. Certo, può darsi che i turisti hanno subito un disagio ma – per quello che mi raccontava mio nonno – ai suoi tempi (si trattava degli anni 20) quando c’era uno sciopero, non si seppellivano neppure i morti! Oggi, per fortuna lo sciopero avrà procurato solo qualche leggera insolazione ma crediamo che molti abbiano compreso le ragioni dello sciopero se non solidarizzato con i lavoratori. Se davvero si crede che la cultura sia un servizio essenziale – come scrive sempre La Repubblica – bisogna investire in termini di capitali finanziari e umani. Progetto, forse, troppo ambizioso per questo Governo.
Settembre 2015
(Avv. E. Oropallo)
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