ISTANBUL: NON SI FERMANO LE PROTESTE PER L’ARRESTO DEL SINDACO
Non si fa attendere la replica di Erdogan: “chi provoca caos pagherà“. Manifestazioni politiche non autorizzate saranno vietate, mentre gli arresti delle ultime settimane sono 1400. Negli scontri tra dimostranti e forze dell’ordine sono rimasti feriti anche 123 agenti, mentre il Ministero degli Interni ha fatto sapere che, tra gli arrestati “sono state individuate persone affiliate a diverse organizzazioni terroristiche“. A finire in custodia ci sono anche alcuni giornalisti accusati di aver documentato le proteste non autorizzate.
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La protesta arriva anche a Berlino, dove alcune migliaia di dimostranti hanno sfilato in cortea, lanciando slogan a favore del CHP, che è il principale partito di opposizione, una forza politica laica e di centro-sinistra erede del padre della patria Ataturk. Il Portavoce del Ministero degli Esteri tedesco ha indirizzato una richiesta al governo turco “ci aspettiamo che le accuse vengano chiarite in modo trasparente al più presto possibile, e che il processo si svolga nel rispetto dello Stato di diritto“.
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L’arresto del Sindaco di Istanbul continua ad avere un impatto anche sull’economia: la lira turca continua a registrare un crollo che non si vedeva dal 2008, costringendo l’autorità turca per i mercati finanziari a vietare fino al 25 aprile le vendite allo scoperto.
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Erdogan certamente teme, o meglio temeva, il Sindaco che ha fatto arrestare, l’unico in grado di sconfiggerlo potenzialmente alle urne. Il Presidente turco per restare al potere ha due soluzioni: o indurre elezioni anticipate o attuare una modifica costituzionale. L’attuale congiuntura politica internazionale ha probabilmente convinto il Presidente turco a infliggere un colpo mortale all’opposizione: non a caso, sono state blande le reazioni di condanna del Dipartimento di Stato americano e quelle provenienti da Bruxelles.
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Ma l’economia resta il vero tallone di Achille del Presidente turco, che per l’ennesima volta conta di sopravvivere alla tempesta nella speranza che le proteste non coinvolgano altri segmenti della popolazione e cessino con il passare dei giorni. In effetti, i mercati hanno reagito in maniera negativa alla notizia della convalida dell’arresto aggravando ulteriormente lo Stato dell’economia turca, già falcidiata da inflazione galoppante.
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L’evento più preoccupante è stata la brutale aggressione contro la stampa locale e internazionale. Un giornalista dell’agenzia Anadolu durante uno scontro con la polizia ha riportato ferite alla fronte, mentre il 26 marzo il corrispondente della BBC è stato prelevato dal suo albergo e trattenuto per 17 ore prima di essere espulso. Le autorità turche hanno anche attuato misure di censura a tappeto, bloccando oltre 700 account di social media tra cui quelli di diversi giornalisti. Il governo sta usando molteplici poteri per fermare la copertura mediatica indipendente della crescente crisi politica, per cui è proprio adesso che il giornalismo a servizio del pubblico e non dei politici ha chiesto di avviare un’indagine indipendente sulle violenze della polizia. Chiedendo di revocare tutte le misure di censura per garantire che i giornalisti possano liberamente svolgere il loro lavoro senza timore di rappresaglie.
Aprile 2025
Avv. Eugenio Oropallo
ISTANBUL NON SI FERMANO LE PROTESTE PER L’ARRESTO DEL SINDACO