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IL MEDITERRANEO È SEMPRE PIÙ CALDO A CAUSA DELL’INQUINAMENTO DEI MARI

Temperature come ai Tropici, e con il poco ossigeno torna l’incubo della mucillagine. Colpa del caldo ma anche dei fiumi inquinati dai fertilizzanti. La settimana scorsa in Adriatico al largo di Ancona sono stati misurati 30°. Tra i residui della fertilizzazione agricola e scarti umani, soprattutto dalla foce del Po, si riversano in Adriatico molte sostanze che promuovono la crescita delle alghe. Neanche i bagnanti sono attratti dalla mucillagine diffusa da inizio estate in alcuni punti dell’Adriatico. Se non si trova modo di invertire la rotta, ed è oggi forse già troppo tardi per farlo, nel Mediterraneo e ancora di più nel mare Adriatico non solo è a rischio il turismo (con conseguenze notevoli per l’economia) ma anche la pesca subirà un crollo non determinabile (visto che molte specie aliene sono in fase di colonizzazione).

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Secondo Mauro Bastianini, biologo dell’Istituto ISMAR (Istituto di Scienze Marine del CNR) “il mare caldo sta cambiando anche la pesca perché i banchi cercano refrigerio più al largo in acque più profonde“. Il nuovo Mediterraneo tropicale è diventato poi ospitale per nuove specie aliene. Il granchio blu esploso in Adriatico l’anno scorso prosegue tranquillo la sua permanenza sulle nostre coste. Prosegue la sua marcia verso il Nord il vermocane, una specie urticante che pure danneggia pesca e turismo. Una settimana fa questa specie è stata avvistata anche in Croazia.

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La prima causa dell’inquinamento marino resta però la plastica che non è biodegradabile e che viene spesso ingerita dai pesci e dai mammiferi marini. Oltre a soffocare e uccidere i pesci, le microplastiche sono dannose per la salute dell’uomo in quanto mangiando i pesci ingeriamo a nostra volta tutte le sostanze tossiche presenti al loro interno.

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Secondo il WWF sono presenti 86 milioni di tonnellate di plastica che galleggiano negli oceani. Allo stesso tempo gli oceani sono oggetto di sversamenti illegali di sostanze tossiche e scarichi non depurati. L’UNICEF calcola che 2,5 miliardi di persone non hanno fogne né gabinetti e a ciò si aggiunge l’inquinamento dovuto ai pesticidi usati in agricoltura, oltre alle sostanze tossiche rilasciate da navi e piattaforme petrolifere.

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Gli effetti dell’inquinamento marino sono molteplici, a partire dalla riduzione della fauna ittica fino all’estinzione di intere specie marine con squilibri anche nella flora marina, il che compromette a catena anche la nostra salute. Se si desidera ridurre l’inquinamento marino bisogna diminuire l’uso delle fonti fossili come il petrolio e passare alle energie rinnovabili, rallentando l’estrazione di greggio. Anche l’abitudine di fare la spesa con le buste riutilizzabili e la raccolta di differenziata dei rifiuti urbani sono contributi per tutelare il mare ed il clima.

Agosto 2024

Avv. Eugenio Oropallo

IL MEDITERRANEO È SEMPRE PIÙ CALDO A CAUSA DELL’INQUINAMENTO DEI MARI

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