LOTTA ALLA PRECARIETÀ SOCIALE ED ALLA MISERIA CRESCENTE
Si parla di povertà estrema quando una persona, una comunità o tutti gli abitanti di un’intera regione sono costretti a vivere con meno di 1,90 dollari al giorno. Meno di due dollari per procurarsi cibo, acqua, medicine e tutto ciò di cui ci sarebbe bisogno per avere una vita dignitosa. Il 13% della popolazione mondiale si trova in questa condizione. In valori assoluti, in condizione di povertà estrema, vivono 902 milioni di persone. Per rendere l’idea si tratta di circa 15 volte la popolazione italiana. Il fenomeno tocca tutto il mondo anche se è possibile individuare alcune zone del pianeta dove si trovano i paesi più poveri.
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La maggior parte dei poveri si trova nell’Africa subsahariana. Significa che quasi 430 milioni di persone vivono in condizioni di povertà estrema. Al giorno d’oggi secondo i dati del World Program, 795 milioni di persone soffrono la fame che non significa solo mancanza di cibo, ma anche mancanza di micronutrienti che aumenta il rischio di contrarre malattie e impedisce un adeguato sviluppo fisico e mentale. La povertà ha anche altre conseguenze. Come non avere la possibilità di studiare, non avere medicinali e strutture mediche a disposizione. In sostanza non avere diritto ad una vita che possa definirsi tale.
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Malgrado gli aiuti provenienti dai paesi più ricchi o dalle organizzazioni umanitarie, non si riesce ad arginare questo fenomeno che non risparmia nessun paese al mondo e che si allarga sempre di più. Anche in Italia si allarga sempre più la fascia di povertà: si stima che rientrino in questa fascia più di 6 milioni di persone mentre metà della ricchezza è nelle mani del 5% delle famiglie.
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Il Presidente del Brasile Lula nel corso del G7 ha lanciato la proposta della creazione di una task-force contro la fame. Il piano prevede la tassazione del club dei super ricchi; in effetti un gruppo di soli 3000 individui concentra la ricchezza del pianeta. Se mettessimo una tassa del 2% ci aiuterebbe ad eliminare la fame nel mondo.
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In Italia 150 economisti hanno lanciato una richiesta analoga mirata a colpire i grandi patrimoni, che potrebbe fruttare un gettito di 16 miliardi all’anno. Una richiesta in linea con l’iniziativa legislativa europea lanciata da Oxfam l’ottobre scorso insieme ad altri organismi per promuovere una direttiva UE che preveda la tassazione delle grandi fortune. “Peccato che nel frattempo la legislazione italiana sta andando sempre più nella direzione opposta” afferma Andrea Roventini, professore dell’Economia alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa perché “anziché risolvere il problema della regressività del nostro sistema fiscale, lo rende ancora più iniquo” (la Repubblica del 24/6).
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Un progetto che non faccia la fine della tassazione decisa di comune accordo in sede OCSE ma che finora è stata applicato solo in minima parte e ritenuto utopico anche da chi lo ha proposto. Una proposta che dovrebbe spingere i politici ad individuare le vere cause delle discriminazioni sociali ed economiche. Si potrebbe partire destinando i miliardi oggi utilizzati per l’acquisto di armamenti al migliorare gli standard dei paesi più poveri, lottare per un piano sanitario mondiale e all’affrontare le sfide del cambiamento climatico.
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Un progetto che non può essere ritenuto un sogno in quanto esso è stato proposto dal capo economista della Banca Mondiale, il quale ha sostenuto recentemente che sarebbe possibile raggiungere quegli obiettivi dell’agenda 2030 dell’ONU solo con un prelievo dei grandi gruppi finanziari del 2% dei profitti. È la stessa richiesta fatta dal Segretario della NATO ai paesi aderenti all’Alleanza atlantica per sostenere il peso delle guerre in tutti gli angoli del mondo. Dunque, non si tratta di sconvolgere lo sviluppo economico ma di pianificarlo secondo i bisogni dell’umanità trasferendo le risorse investite per gli armamenti al settore civile. Se la classe politica mondiale oggi non è capace di gestire questo progetto, è necessario un cambio ai vertici mondiali per condurre il cambiamento sociale onde assicurare all’umanità intera la vita libera e sicura in un pianeta sano, allontanando il rischio della fine della nostra civiltà.
Giugno 2024
Avv. Eugenio Oropallo