LA SICUREZZA SUL LAVORO: UN PROBLEMA MAI AFFRONTATO SUL SERIO
Alla luce degli ultimi incidenti mortali a Firenze prima e nel cantiere di Suviana poi, che ha provocato sette vittime, crediamo sia il momento di verificare come e perché ci siano ancora tanti incidenti sul lavoro – e soprattutto quali possono essere i rimedi da adottare per evitare che questi eventi abbiano a ripetersi.
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Nel febbraio scorso l’INAIL ha reso noto che i morti sul lavoro sono in aumento: solo nel mese di gennaio vi sono stati 45 casi. Crescono nel complesso anche gli infortuni sul lavoro: a quota 42166, pari al 6,8% sopra il livello di gennaio 2023. Le morti sul lavoro in Italia sono del 40% più frequenti che nella media europea.
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“Il governo sulla sicurezza è in fortissimo ritardo – dichiara Valentina Barzotto (M5S). “Ancora – come scrive Boeri – non aiuta il fatto che ci sono state una miriade di piccole imprese soprattutto nell’edilizia per far fronte al superbonus“. Aziende che non forniscono alcuna informazione sulla sicurezza ai propri dipendenti, spesso del tutto inesperti.
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Molti ritengono che si debbano inasprire le sanzioni, ma queste sono già molto pesanti: la nostra è una delle legislazioni più avanzate in Europa. La proposta di introdurre il reato di omicidio per il datore del lavoro nei casi di incidente mortale serve solo a mettersi la coscienza a posto, come è avvenuto per il caporalato che non ci risulta essere stato abolito. Se si vuole affrontare il problema bisogna aumentare il numero degli ispettori mettendoli in grado di essere più efficaci e intensificando la lotta al lavoro nero, strettamente legato all’aumento degli infortuni.
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Occorre dunque favorire la regolarizzazione degli immigrati che hanno più di due volte la probabilità di essere coinvolti in incidenti mortali rispetto agli italiani. Essi svolgono mansioni che molti italiani non vogliono più fare. Se vogliamo dunque ridurre le morti bianche non possiamo non occuparci anche di lavoro. Il governo purtroppo continua a non applicare molte delle misure concordate a livello europeo nell’ambito del PNRR per accelerare la regolarizzazione degli emigrati.
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“Queste morti rendono ancora più evidenti due responsabilità oggettive. La prima ricade sulla politica e su chi ha fatto le norme che hanno consentito una catena infinita di appalti, subappalti e precarietà. La seconda sul sistema delle imprese che gestiscono queste catene nei cantieri, nelle fabbriche così da scaricare i costi e risparmiare sulla sicurezza dei lavoratori“, dichiara in un’intervista a la Repubblica Michele de Palma della CGIL.
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Gli ispettori del lavoro confermano questi dati ricordando che “nelle morti non c’è fatalità ma solo regole violate“. E tutto per fare profitto. “Cambiare si può – dichiara il segretario generale della FILLEA: “per fermare questo stillicidio di morti, basterebbe allargare al settore privato le stesse tutele dei lavori pubblici nei cantieri superiori a 500 mila euro e invitare i partiti a modificare la norma. Al contrario, il nuovo codice degli appalti varato da Salvini ha portato la giungla e il subappalto dal privato al pubblico“.
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“Per il governo – aggiunge De Palma – è finito il tempo delle chiacchiere e deve imparare ad ascoltare i lavoratori. Se ci saranno altri incidenti è inutile che il governo chieda di accertarne la responsabilità; basta che si guardi intorno nelle poltrone occupate in Parlamento“.
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Purtroppo la strage di Suviana conferma che la mattanza continua. Ancora una volta, dopo due anni di allarmi caduti nel vuoto e subappalti a catena siamo qui a interrogarci e interrogare il governo se sia disponibile ad ascoltare la voce delle vittime o quelle dei datori di lavoro che badano solo al profitto. Il governo attuale brilla per l’inadeguatezza dei suoi componenti raccattati nell’ambiente familiare dalla premier. Nonostante la gravità della situazione, i mille morti all’anno sul lavoro, il governo e il Ministero non sono mai intervenuti per invertire la tendenza e rafforzare la sicurezza, e ciò fa crescere il timore che ancora una volta a pagare siano sempre soltanto quelli costretti a lavorare in un cantiere o in fabbrica, mentre i profitti degli imprenditori continuano a crescere.
Maggio 2024
Avv. Eugenio Oropallo
LA SICUREZZA SUL LAVORO, UN PROBLEMA MAI AFFRONTATO SUL SERIO