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LE MANI DEL GOVERNO SULLA TV DI STATO

Dopo aver messo su uno sgangherato governo “di famiglia” aprendo le porte a familiari ed amici, la Meloni fin non ha fatto misteri di voler trasformare il mezzo di informazione pubblica nel megafono del governo. Come dichiarava Bonelli, membro della Commissione di Vigilanza, in un’intervista al quotidiano La Repubblica il 12 luglio scorso “questo governo ha una concezione padronale dello Stato e della Rai“. Giornalisti costretti a farsi megafono del Governo, a nascondere gli scandali della maggioranza e a silenziare le opposizioni. Che a partire dal caso Santanché ha piegato l’informazione pubblica ai propri interessi di parte, per cui a chi non è disposto a farsi manipolare non resta altra alternativa che quella delle dimissioni mentre è tangibile l’imbarazzo di chi resta costretto a blindare, sempre e comunque, il lavoro del governo. “Da quando si è insediata la Meloni, molti pezzi vengono rivisti e corretti fino a stravolgerli” lamenta il comitato di redazione TV. In questo contesto rischia di trasformarsi in una gigantesca grana la cancellazione del programma di Roberto Saviano Insider 2 previsto a novembre su Rai 3. Lo scrittore ha raccontato di aver appreso la notizia dai giornali, frutto la sua epurazione del clima di censura che si respira nella più grande azienda culturale del paese, dove hanno piazzato figure dell’estrema Destra disponibile ad obbedire. Ad agitare le acque di viale Mazzini è anche la presidente Marcella Saldi che ha preso le distanze da questa decisione, chiedendo una pausa di riflessione mentre la vicepresidente del Parlamento UE annuncia un’interrogazione alla Commissione per violazione della libertà di stampa, mentre Saviano incassa la solidarietà della FNSI. In presenza di una situazione critica come quella del nostro paese, siamo certi che questo governo farà ampio uso della censura per addormentare le coscienze e rassicurare i benpensanti, mentre la tempesta è sempre più vicina. Lo stesso Ministro dell’Economia ha dichiarato che non ci sono risorse per realizzare le riforme previste dal PNRR per cui si rischia di non incassare la prossima rata prevista mentre la Commissione chiede di velocizzare i tempi. Non ci sono più i fondi per la scuola e la sanità pubblica e per finire, quel che è peggio, è cresciuto l’indebitamento verso le banche estere, per cui non si può neppure ricorrere al credito finanziario che finirebbe di accrescere gli interessi passivi. Un maledetto imbroglio che sarà sempre più difficile nascondere ai cittadini di questa Italia, e non basteranno le veline di questo rinnovato Minculpop a frenare la crescita di un disagio economico e politico. La Meloni ha detto di non temere il prossimo autunno che potrà essere anche più caldo del previsto, ma non crediamo che le sue comparse in televisione o le manovre di un giornalismo servo e delatore bastino a fermare l’imminente catastrofe.

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