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LA COSTITUZIONE VIOLATA

In una recente intervista rilasciata al periodico Sinistra Sindacale il prof. Azzariti ha ribadito che l’invio delle armi all’Ucraina costituisce una violazione dell’art.11 della nostra Costituzione. “Non è solo l’art.11 a scrivere che l’Italia ripudia la guerra” aggiungendo però “che la difesa della patria è un sacro dovere dei cittadini”. Il ricorso alle armi, dunque, è considerato legittimo solo se il nostro paese venisse attaccato da un nemico. Come si fa a giustificare l’invio di armi ad un altro paese in guerra? Misteri della politica. Eppure l’invio delle armi all’Ucraina più di una volta è stato ritenuto legittimo anche dal Capo dello Stato.

Anche se non ce ne siamo ancora accorti, dobbiamo ritenerci belligeranti anche se non siamo ancora scesi in campo aperto contro la Federazione Russa che, tramite il suo   portavoce ha dichiarato di ritenere coinvolti nel conflitto tutti i paesi che hanno fornito armi all’Ucraina. Vanno bene anche le sanzioni economiche prese contro la Russia ma dal punto di vista del diritto internazionale non possiamo dirci estranei al conflitto. I nostri militari sono presenti in zona di guerra sia nel Mar Nero sia controllando lo spazio aereo. Il presidente ucraino è deciso a continuare la guerra fino alla vittoria finale. È paradossale e inquietante quello che sta avvenendo perché l’UE, che aveva argomenti per fermare la guerra, ha preferito ancora una volta lasciare ogni decisione al suo potente alleato collaborando attivamente ad inviare armi all’Ucraina. Poche voci si sono levate contro questa guerra scatenata dagli appetiti degli USA che vogliono riaffermare la loro supremazia nel mondo intero mentre l’UE ha abdicato ancora una volta alla sua indipendenza abbandonando ogni prospettiva di costruire in nuovo ordine internazionale.

Il nostro Governo, quello precedente e quello attuale, hanno accettato l’ordine imposto dagli USA inviando in Ucraina ogni tipo di armamento. Poche voci si sono levate contro questa carneficina. Come ha dichiarato ancora il prof. Azzariti “la formale dichiarazione di guerra è deliberata dal Capo dello Stato mentre il Parlamento fornisce i poteri necessari al Governo“. Insomma, la nostra guerra è utilizzabile solo a scopo difensivo. L’intervistato spiega che “noi non dovremmo essere in guerra” ma in qualche modo favoriamo la guerra, quella degli ucraini. Aggiungendo che “siamo di fronte ad un tema del tutto politico che è la guerra per procura“. E quale sarebbe questa scelta politica? L’Ucraina non fa parte della NATO, e neppure è membro dell’UE e non abbiamo alcun accordo che preveda per l’Italia di intervenire in caso di attacco al fianco dell’Ucraina.

Anche la carta dell’ONU” – aggiunge sempre l’intervistato – “dice che qualunque sia la causa, qualsiasi cosa sia accaduto nel Donbass dove Putin ritiene di essere intervenuto per difendere il territorio, l’obbligo dei paesi non belligeranti deve quello di perseguire una mediazione tramite negoziato” come invocato da Papa Francesco. Ma anche l’UE si è resa complice di questa carneficina quando “sia per interessi geopolitici, oltre che per ragioni morali dovrebbe agire per la pace, puntando su un sistema multipolare, non monopolare o bipolare”.

In effetti gli USA sono interessati a tenere in vita il vecchio sistema monopolare per continuare a difendere i propri interessi – per cui il vero nemico non sono né la Russia e neppure la Cina ma chi fomenta la guerra in ogni parte del globo, incurante dei disastri che provoca per tenere in vita questo sistema monocratico. Solo una classe politica, come quella che oggi governa in Europa, continua a tenere gli occhi chiusi. A noi che teniamo a cuore la sopravvivenza del genere umano resta il compito di cambiare un sistema come quello attuale che ha fatto ormai il suo tempo. Indicando un altro modello di sviluppo che tenga presente i bisogni dell’umanità, abbattendo ogni forma di discriminazione. Le lancette della Storia corrono veloci e non c’è più tempo da perdere. Il re è nudo ma sembra che i suoi cortigiani non siano in grado di riconoscerlo.

Giugno 2023

LA COSTITUZIONE VIOLATA

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