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IL GOVERNO POLACCO RISPOLVERA LA PENA CAPITALE

In Polonia il primo ministro ha rispolverato il tema del ripristino della pena di morte e che vede d’accordo circa la metà dei cittadini polacchi. “Personalmente, sono favorevole al ripristino della pena di morte per i crimini più brutali” ha dichiarato il Primo ministro…Anche se si considera cattolico, ha ammesso di essere in disaccordo con la Chiesa su questo punto. Lo stesso partito conservatore polacco Diritto e Giustizia che è vicino alla Chiesa polacca ritiene che “la pena di morte è inammissibile perché è un attacco all’inviolabilità e alla dignità della persona e in nessun caso può essere consentita“. Il portavoce del governo si è affrettato a chiarire che si tratta di un’opinione personale del Primo ministro anche se essa è condivisa da altri membri del governo come il ministro della giustizia e dal viceministro secondo il quale “la reintroduzione ridurrebbe il numero dei reati“.

Come ha commentato il professor Andrzej Zoll, esperto di diritto penale “è un altro passo verso l’uscita della Polonia dall’Unione Europea“. Ricordiamo che nell’UE la pena di morte è vietata. L’ultima esecuzione è avvenuta in Polonia nel 1988 in un carcere di Cracovia. La Convenzione europea dei diritti dell’uomo, entrata in vigore nel 1953 e sottoscritta dalla Polonia nel 1993 dispone che “nessuno può essere condannato alla pena di morte o giustiziato” – in effetti già per entrare a far parte dell’UE bisogna che l’adesione sia preceduta dalla sottoscrizione del protocollo n.13 della Convenzione europea stipulato a Vilnius il 3 maggio 2002 che prevede l’abolizione della pena di morte in qualsiasi circostanza.

Detto ciò, viene da chiedersi perché oggi il governo polacco ne riparli. È certamente un segnale negativo di un paese che sta allontanandosi sempre di più dall’UE riproponendo una misura che costituisce “il più premeditato degli assassinii” come scrive lo scrittore Albert Camus.

Certo vi sono paesi – come gli USA – che mantengono ancora in vita questa pena che ripugna all’intera umanità. Una misura che non può essere giustificata, come credono in molti, come antidoto efficace contro la violenza. Sono sempre gli USA a dimostrare che la pena di morte non serve come deterrente, come dimostra la cronaca, perché l’incidenza dei reati, soprattutto quelli più efferati non mostra segnali di decrescita in un paese che detiene il primato mondiale degli omicidi, grazie anche ad una legge costituzionale che non proibisce la libera circolazione delle armi da fuoco (anche se si tratta di armi di guerra).

Giugno 2023

IL GOVERNO POLACCO RISPOLVERA LA PENA CAPITALE

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