LA POLONIA RIAPRE IL CONTENZIOSO CON LA GERMANIA SULLE RIPARAZIONI DI GUERRA
Ottanta anni dopo la fine della Seconda guerra mondiale, Jaroslaw Kaczynski vicepremier e capo del partito nazionalista polacco ha dichiarato che il contenzioso con la Germania per la liquidazione dei danni di guerra con la Germania è ancora aperto.
In effetti, nel 1953 il governo polacco filosovietico rinunciava ad ogni richiesta nei confronti della Germania dell’Est. Oggi la Germania ha replicato per bocca del ministro degli Esteri ribadendo che “la posizione del governo federale è invariata“. Anche all’interno della Polonia, vi è molto scetticismo su questa iniziativa personale del vicepremier. Secondo quanto dichiarato da Radislaw Sikorski ex-ministro degli Esteri polacco, “non c’è alcuna possibilità di ottenere la somma richiesta di 1300 miliardi di euro pari ad un terzo del PIL annuo tedesco. È pura propaganda, uno specchietto per le allodole, che serve solo a peggiorare le relazioni polacco-tedesche“. Anche Donald Tusk, ex primo ministro polacco e presidente già del Consiglio Europeo, ha accusato Kaczynski di aver messo su una campagna antitedesca “per aumentare i consensi intorno al suo partito“. Kaczynski negli ultimi anni ha cercato continuamente lo scontro con la Germania, malgrado entrambi paesi siano parte della NATO, mentre la Germania è il primo partner commerciale della Polonia. Anche la guerra in Ucraina è stata terreno di scontro: le ripetute esitazioni tedesche hanno più volte irritato il governo polacco, tra i più decisi sostenitori del conflitto ucraino.
Comunque, il viceministro degli Esteri polacco, che fa parte del FIS, ha inviato una nota diplomatica agli alleati europei e alla NATO nella quale ha ribadito che la disputa con la Germania sui risarcimenti della Seconda guerra mondiale è da ritenersi ancora aperta. Berlino ha respinto categoricamente ogni pretesa di risarcimento della Polonia sostenendo che tutte le rivendicazioni sono state soddisfatte con il Trattato di Mosca del 1990, che ha consentito la riunificazione della Germania. Secondo le autorità polacche, anche questo accordo non sarebbe valido in quanto all’epoca la Polonia non era in grado di negoziare un’equa compensazione.
Al di là di ogni considerazione giuridica che esclude ogni possibilità di riaprire un contenzioso chiuso definitivamente con il Trattato di Mosca, resta il fatto che la Polonia continua a tenere aperto un terreno di scontro nei confronti della Germania ma anche con l’UE dopo che la Commissione europea ha bloccato i fondi del PNRR fino a quando la Polonia non procederà ad una riforma del proprio sistema giudiziario creando un nuovo organo disciplinare ed un sistema di revisione per i giudici che sono stati colpiti ingiustamente da procedure disciplinari della Corte Suprema polacca. La Polonia ha deciso di presentare contro la Commissione europea presso la Corte UE di Lussemburgo se questa continuerà a bloccare i fondi del PNRR. “I nostri avvocati ci stanno lavorando” ha dichiarato il viceministro. “Se riterranno legittimo un ricorso alla Corte lo presenteremo” confidando che alla fine il denaro verrà erogato. Ma sembra che la Commissione sia di diverso avviso. Come ha dichiarato il presidente “la Commissione è un guardiano dei Trattati dell’Unione Europea e possiede i suoi strumenti per garantirne l’applicazione. Il problema è che L’Unione Europea è convinta che in Polonia non ci sia più indipendenza giudiziaria“. È questo uno dei motivi per cui è stato paralizzato di fatto il progetto di riforme che l’UE era pronta ad avviare.
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