L’INVASIONE DEI MARZIANI
La guerra dei mondi fu un famoso sceneggiato radiofonico trasmesso il 30 ottobre del 1938 negli Stati Uniti dalla CBS, tratto dall’omonimo romanzo di fantascienza di Herbert George Wells, interpretato da quel buontempone che era Orson Welles che col suo vocione, interrompendo il programma musicale trasmesso dalla radio, annunciò che era in corso un’invasione di esseri alieni sul territorio degli Stati Uniti. Malgrado gli avvisi trasmessi prima e dopo il programma (una finzione), molti radio ascoltatori, credettero veramente che stesse avvenendo uno sbarco di extra-terrestri ostili sul territorio americano.
Il giorno successivo alla trasmissione, diverse testate giornalistiche pubblicarono articoli su come il programma aveva generato panico e psicosi di massa tra i cittadini americani provocando vere e proprie fughe sulle colline e narrando di famiglie che si erano barricate nelle loro case. La trasmissione ottenne un buon successo di ascolti portando sia l’emittente radiofonica sia il futuro regista a sfruttare la fama derivata dalla falsa notizia amplificando ancora di più i racconti sullo scompiglio causato.
Lo stesso Orson Welles rimase sorpreso delle reazioni che vi erano state. Si narra addirittura che tra le innumerevoli telefonate che giunsero al centralino del New York Times ve ne fosse una di un uomo che chiese seriamente “a che ora ci sarà la fine del mondo?“. Cominciammo a renderci conto, dichiarò in seguito Orson Welles “che avevamo sottovalutato l’estensione della vena di follia della nostra America“.
Questo nel 1938 ma qualcosa di simile è avvenuto in questi giorni a proposito della vicenda dei missili caduti in Polonia. Il 15 novembre scorso, mentre era in corso il G20, due missili sono caduti sul territorio polacco, a poca distanza dal confine ucraino, il che ha sollevato il panico e fatto pensare ad un avvertimento della Russia pronta ad estendere il conflitto anche agli altri paesi confinanti, dando inizio alla Terza guerra mondiale. Il Dipartimento di Stato americano definiva la situazione “terribilmente preoccupante” mentre il presidente Zelensky aggiungeva “lanciare missili sul territorio NATO è un attacco russo alla sicurezza collettiva”.
Non appena si è diffusa la notizia dell’esplosione, che ha fatto due vittime, il Primo ministro polacco ha convocato di urgenza il Comitato per la Sicurezza Nazionale. “Se fosse accertato che i missili sono stati lanciati dai russi – dichiarava il presidente francese Macron – sarebbe un incidente gravissimo: Varsavia non è solo un paese NATO e anche il più grande alleato di Kiev e il più propenso a un intervento militare in difesa dell’Ucraina“. Ancora più isteriche le reazioni di altri paesi NATO come la Germania che ha offerto alla Polonia la sorveglianza del suo spazio aereo o come i paesi baltici che non hanno perso l’occasione per gridare: al lupo al lupo. Il Ministro della Difesa lettone ha proposto di estendere il sistema di difesa antiaereo NATO anche ad una parte del territorio ucraino mentre la Estonia si è detta pronta a difendere ogni pezzo del territorio NATO.
I missili caduti in Polonia hanno immediatamente messo in fibrillazione anche la NATO. Il segretario Stoltenberg, che non ha mai nascosto le sue tendenze belliciste, ha riunito d’urgenza il Consiglio Atlantico mentre i nostri rappresentanti politici, a partire dalla Presidente del Consiglio e non ultimo il segretario del PD, si sono affrettati ad assicurare la prima a Biden e il secondo al premier polacco tutta la loro solidarietà senza neppure accertarsi di verificare se si trattava di una falsa notizia o se fosse certo che i missili fossero stati lanciati dai russi.
Nel frattempo, il Ministro della Difesa russa dichiarava che nessun missile era stato lanciato contro il territorio polacco, descrivendo tali notizie come una “provocazione deliberata volta a far degenerare la situazione“. Il portavoce del Cremlino ha criticato quella che ha definito “un’altra reazione isterica e frenetica di russofobia” in Europa, mentre ha elogiato l’approccio moderato del governo americano alla notizia secondo cui dietro l’esplosione ci sarebbe stata la Russia.
A mettere fine a questa ennesima sceneggiata ci ha pensato il premier polacco Duda che, dopo gli accertamenti svolti, ha escluso che si trattasse di un missile russo ma di un missile ucraino: “si sarebbe trattato dunque di uno spiacevole incidente“.
Il mondo intero ha tirato un sospiro di sollievo, come avvenne alla fine della crisi a Cuba nel 1960, quando il presidente russo Krusciov decise di ritirare da Cuba i missili che vi aveva installato, in base al patto di alleanza sottoscritto dai due paesi.
Ma Zelensky non si rassegna: “i missili non erano nostri, vogliamo vedere le prove” scatenando l’ira di Biden…ma non è il solo a ritenere ancora responsabili indirettamente i russi. Stoltenberg ha dichiarato che “il missile è stato lanciato dalla contraerea ucraina, ma la responsabilità resta quella dei russi“. Dello stesso avviso è anche la nostra premier contro ogni evidenza.
Per chiudere questa pagina è utile ricordare che ci sono due partiti in Europa: quello che crede che la battaglia vada combattuta fino alla fine (di che cosa, non si sa) di cui il più autorevole esponente resta il presidente Zelensky e la sua controfigura Stoltenberg e il partito di quelli che chiedono che questa guerra abbia fine in quanto non si può sacrificare il futuro dell’Europa lasciando che sia Zelensky il solo che possa decidere dei destini di tutta l’Europa e del resto del Mondo.
Putin ha apertamente dichiarato di essere pronto a una trattativa per sospendere le operazioni militari ma Zelensky ha lasciato capire che non è affatto disposto a incontrare il presidente russo, se non vengono rispettate le precondizioni da lui poste che sono state già ritenute inaccettabili dal premier russo. È necessario, dunque, un intervento urgente del presidente americano che convinca il presidente ucraino ad aprire questa trattativa, essendo il governo americano e la NATO responsabili di aver voluto e sostenuto questo conflitto, soprattutto per confermare la politica imperialista degli USA. E se non lo facesse, perché non ci pensa l’Unione Europea, visto che le peggiori conseguenze le sta subendo soprattutto questo continente, lasciando che cresca la potenza militare, economica e politica del suo ingombrante alleato?